NESSUNA SPERANZA PER IL VILLAGGIO VALTUR: salta la riapertura per la prossima stagione

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Nessuna speranza per il villaggio Valtur. Chiuso era e chiuso resterà anche per la prossima stagione estiva. Erano in tanti a guardare all’ultimo incontro tenutosi a Milano cullando la speranza che venisse deciso qualcosa di interessante. Non è stato così. A differenza di quanto stabilito per altri villaggi in difficoltà, la scelta adottata per Nicotera lascia sconcertati. <Il villaggio Valtur – afferma Vincenzo Comerci, coordinatore dell’associazione “Fronte Comune” che da tempo segue le alterne vicende della struttura turistica – è stato restituito alla proprietà (Pirelli Re, ndc) a causa del disaccordo fra le parti su chi dovesse sostenere gli enormi costi di ristrutturazione di cui il villaggio necessita>. I lavori avviati negli anni scorsi e che avevano portato alla sistemazione di una cinquantina di alloggi – in tutto sono 290 per mille posti letto complessivi – in parole semplici, non riprenderanno più. Dopo oltre quarant’anni di attività per il villaggio nicoterese sembra arrivato il momento di scrivere la parola fine. Nessuno si illude, infatti, che la Pirelli Re possa cambiare strastegia investendo sulla riqualificazione della struttura che, ormai abbandonata a se stessa da oltre un anno, fa registrare una situazione di crescente degrado con erbacce e rovi che tendono a coprire le parti in muratura. L’anno scorso un incendio ha distrutto tutto il verde che campeggiava in ogni angolo del villaggio. Quest’anno i rischi potrebbero essere ancora più grandi. Per certo, per gli oltre 150 dipendenti lasciati a casa nella scorsa stagione estiva, lo stato di disagio è destinato a perdurare. <Il disaccordo tra proprietari e società di gestione – sottolinea Comerci – non se lo aspettava nessuno. Ora è possibile che la struttura venga parcheggiata come un vecchio abbandonato se l’opinione pubblica, la commissione straordinaria, il prefetto di Vibo e le parti sociali non faranno arrivare la loro voce nelle stanze della Pirelli Re>. Il comprensorio corre velocemente verso l’impoverimento delle risorse. Bisogna far di tutto per favorire la soluzione del problema anche perchè <si è stanchi – aggiunge Comerci – di star dietro a tanti profittatori che, abbandonando la struttura turistica, hanno decretato il fallimento della stessa con la conseguente perdita di lavoro per i 150 dipendenti e per le famiglie in gran parte monoreddito>. 

Pino BrosioAuthor

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