SI AMPLIA IL MALCONTENTO TRA I COMMERCIANTI: “Se permane questa situazione per noi è la fame”

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Commercianti e cittadini guardano a Palazzo Convento, sede municipale, aspettando variazioni al Piano del traffico e alla collocazione del mercato dell’ortofrutta “imbucato” in un vicolo del tutto inadeguato alle esigenze del venditori dei settore. Variazioni richieste soprattutto dai commercianti di piazza Santa Caterina e dagli ambulanti ortofrutticoli parecchi giorni fa con lettere regolarmente protocollate e ad oggi rimaste senza risposte. Un temporeggiare che non giova a nessuno anche perchè, mentre il Palazzo pensa, il mercato domenicale s’assottiglia e rischia di scomparire. Un’ipotesi questa che va guadagnando rapidamente terreno anche sulla scorta dei dati reali che vedono praticamente dimezzarsi la presenza di bancarelle che da oltre cento si sono ridotte a poco più della metà. In sostanza, alla data del 23 dicembre 2011, termine di scadenza della presentazione delle domande di accesso al mercato, hanno regolarizzato la loro posizione 25 ambulanti del settore non alimentare (abbigliamento, calzature, casalinghi, artigianato) e 42 del settore alimentare (pollame, carni, frutta, verduara, ecc.). Parecchi di loro stanno disertando il mercato perchè insoddisfatti della sistemazione loro riservata. E così, domenica scorsa, del tradizionale mercato assai frequentato e chiassoso, meta preferita dai turisti nel periodo estivo, c’era davvero ben poca cosa. Una chiara sensazione di vuoto che metteva tristezza e, nel contempo, generava rabbia soprattutto per il convincimento comune a commercianti e cittadini che una diversa disposizione degli spazi potrebbe riportare tutto alla normalità. Ormai del mercato che occupava quasi tutto il centro della città non c’è più traccia. Le bancarelle in regola sono state sistemate tra piazza Nassiriya e rione Margherita, poi null’altro. Siamo all’anticamera della chiusura. Qualche commerciante a posto fisso addirittura domenica mattina non sta più alzando la serranda perchè <non ha senso – dice uno di loro – stare qui a far nulla. Con il mercato ridotto in queste condizioni è venuto meno il richiamo di clienti dai paesi vicini, quelli cioè che giravano tra le bancarelle, ma entravano anche nel negozio e spendevano>. Intanto, appaiono intenzionati a far sentire la loro voce gli ambulanti ortofrutticoli. Hanno raccolto le firme e protocollato una lettera indirizzata ai competenti uffici comunali per chiedere una diversa ubicazione dei loro spazi. In particolare, sollecitano il ritorno nella loro sede originaria, la seconda traversa di rione Margherita, previa variazione del traffico veicolare per la sola mattina di domenica. La loro richiesta non appare immotivata. Tutt’altro. Allo stato usufruiscono degli spazi offerti dalla prima traversa del rione Margherita. Una strada troppo stretta e troppo umida, piena di pozzanghere d’acqua quando piove, esposta al vento e al freddo. <In queste condizioni – afferma uno degli ambulanti più anziani – non è possibile andare avanti. Moriamo di freddo, siammo addossati l’uno all’altro, la gente fatica a passare tra le bancarelle e, alla fine, si allontana scocciata senza comprare nulla. Chi può ci aiuti. Se permane questa situazione per noi è la fame>. Hanno provato a fare le loro rimostranze, hanno raccolto le firme e presentato istanza per una diversa sistemazione. Non è cambiato nulla. Domenica mattina si ritroveranno nelle stesse condizioni <eppure – sostiene un altro coltivatore diretto – noi abbiamo sempre pagato senza battere ciglia, ma il trattamento che riceviamo è questo>. Stessa lunghezza d’onda per i commercianti di piazza Santa Caterina. Il nuovo Piano del traffico non consente l’ingresso in piazza per i veicoli provenienti da via Castello. Il traffico s’è dimezzato e gli incassi si sono vaporizzati. In assenza di provvedimenti adeguati, in parecchi meditano di salire le scale di palazzo Convento e consegnare le chiavi del loro negozio ai commissari straordinari.

Pino BrosioAuthor

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