Sanità, Soccorso Cappomolla (Medical Center “Don Mottola”) sollecita un incontro con il governatore Occhiuto

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Il confronto tra il management dell’Asp, “Ali di Vibonesità”, comitati e associazioni sembra essere partito col piede giusto. Nel primo incontro le parti hanno dato vita ad un vivace dibattito. Dopo le dettagliate relazioni di Rubens Curia, ex direttore dell’Asp e, attualmente, portavoce dell’associazione “Comunità competente, e di Soccorso Capomolla, responsabile del Medical Centger “Don Mottola” di Drapia,  i delegati dell’intero territorio provinciale hanno avuto la possibilità di intervenire per illustrare le carenze dei territorio rappresentanti.  Subito dopo Pasqua ci sarà un nuovo incontro per meglio definire alcune tematiche. Intanto, sull’attuale momento della sanità vibonese interviene il cardiologo Soccorso Capomolla con una ben articolata nota, riportata integralmente, che mette a nudo alcuni aspetti gravi della malagestione sanitaria a livello regionale e gli “scippi” subìti dal Vibonese.

Patto per la salute: la necessità di un confronto con il Commissario ad Acta

                                                                                                                                    di Soccorso Capomolla

soccorso capomolla.

Dopo 13 anni di piano di rientro, dopo diverse legislature, dopo diverse aggregazioni politiche succedutesi negli anni, ancora una volta la Sanità Calabrese, e soprattutto quella Vibonese, si ritrova fanalino di coda nell’offerta dei servizi sanitari erogati, con la presa d’atto di un’importante migrazione sanitaria. In tale prospettiva, Ali di Vibonesità ed i comitati territoriali dei diversi soggetti portatori di interessi hanno intrapreso una costruttiva ’interlocuzione istituzionale con il management aziendale dell’asp esercitando una sorveglianza civica del programma di rinnovamento sanitario vibonese. L’articolazione dei dati sanitari e l’analisi econometrica dei DCA del piano di rientro evidenziano una visione inerziale, che ha continuato a depauperare il sistema sanitario vibonese, vero pilastro di risposta democratica a una condizione altrettanto democratica qual è la malattia.

Caratteristica precipua del Piano di Rientro è stato un drastico calo della qualità percepita sia relativamente all’assistenza medica e a quella infermieristica sia relativamente ai servizi igienici e, per Vibo, al layout ospedaliero. La regione Calabria storicamente mostra una elevatissima mobilità passiva. Nel 2021, il saldo della mobilità interregionale (ivi compresa quella internazionale) è pari ad € – 242.154.779,00, Tuttavia il costo effettivo della mobilità è aumentato del 30% (314.801.212,7) in termini di costi del caregivers e costi indiretti indotto dal ricovero fuori regione. La regione Calabria, al 31.12.2021 residuava un avanzo di gestione pari a 68,558 mln di euro. A fronte del risultato economico permane una ridotta performance nella governance sanitaria.

Quello vibonese è un caso paradigmatico delle distorsioni tipiche del politica sanitaria regionale: Assistenza ospedaliera per acuzie 1.5 PL/1000 Hub vs 3/1000 HUB di altre province; assistenza ospedaliera per post-acuzie 0.3 PL/1000 Hub vs 0.7/1000 HUB di altre province; Assistenza socio sanitaria: 0,41 pl/1000 Hub vs 1.68/1000 Hub di altre province.

Durante gli anni di Piano di rientro, una quota economica destinata al territorio vibonese per altre finalità è stata sistematicamente destinata al pagamento dei debiti pregressi; cosi nel 2013 (DCA 146 del 2/12/2013 contro economico per il ripiano dei disavanzi 2011)un cittadino vibonese ha pagato 25 euro/pro-capite per ripianare i debiti delle altre province; nel 2014( DPGR – CA N 17 del 13 Febbraio 2014 Delibera CIPE n 78/2012-destinazione delle risorse del fondo sviluppo e la coesione 2007-2013) 125 euro pro-capite per lo sviluppo dell’area sono state destinate a pagare i debiti delle altre province. Nonostante tutto il management vibonese ha cercato di trovare coerenze gestionali; tale considerazione è suffragata da dati oggettivi: un punto di salute all’ASP di Vibo costa 2,94 e uro contro i 3.84 di Cosenza i 3.71 di Catanzaro, i 3.66 di Reggio ed i 3,06 di Crotone.

In tale prospettiva, Ali di Vibonesità ed i comitati territoriali dei diversi soggetti portatori di interessi hanno intrapreso una costruttiva ’interlocuzione istituzionale con il management aziendale dell’asp esercitando una sorveglianza civica del programma di rinnovamento sanitario vibonese. La Sanità vibonese, durante la fase pandemica e nel post covid, ha presentato e continua a presentare importanti criticità nelle tre macro aree: assistenza collettiva, assistenza territoriale e assistenza ospedaliera. Tale carenza è evidente nel costo standard (quota pro-capite), ma anche nel layout standard (personale dedicato al comparto sanitario, offerta di letti, nuova struttura ospedaliera, articolazione delle Unità territoriali della medicina di base, offerta nel comparto socio-sanitario). Manca una ricostruzione dei percorsi agiti dai cittadini, nell’accesso ai servizi e nel percorso di diagnosi e cura, nella valutazione sistematica di indicatori di performance quantitativo-qualitativi, e in generale nel tradurre i comportamenti degli attori in un flusso informativo, che consente d’ associare le decisioni del management a obiettivi di miglioramento oggettivi e misurabili.

L’incontro del 28 marzo tra il management aziendale ed i diversi portatori di interessi puo’ rappresentare una grande potenzialità. Crediamo che il principale obiettivo condiviso dei diversi attori e della struttura commissariale debba essere la riorganizzazione dell’offerta sanitaria . Le funzioni aziendali devono essere finalizzate non solo all’efficientamento ed alla razionalizzazione della spesa, ma anche a funzioni di natura strategica e clinico-assistenziale, inclusa la gestione delle relazioni con tutti gli attori, interni ed esterni al sistema.

Nell’incontro, il Direttore generale ha argomentato una serie di interventi finalizzati al miglioramento dell’offerta sanitaria, al miglioramento del layout ospedaliero, ad una corretta allocazione delle competenze professionali, all’acquisizione di nuove apparecchiature. Questa visione strategica, tuttavia, richiede una corretta allocazione delle risorsein tale prospettiva, Ali di Vibonesità ed i comitati territoriali dei diversi soggetti portatori di interessi hanno intrapreso una costruttiva ’interlocuzione istituzionale con il management aziendale dell’asp esercitando una sorveglianza civica del programma di rinnovamento sanitario vibonese. economiche. La Quota pro-capite, cioè la quota economica destinata dal SSR a ogni cittadino per il bisogno sanitario individuale, è pari a 1237 euro nel vibonese verso 1620 euro delle altre province, con un ammanco annuo di circa 41 milioni di euro di servizi e prestazioni sanitarie sul territorio.

L’agenda del tavolo ha identificato importanti priorità:

  1. Il recupero del rapporto istituzionale tra territorio e la funzione politica Regionale e Territoriale; 2. Il Monitoraggio dell’offerta sanitaria coerente con il piano operativo 2022-2025 (costruzione del nuovo ospedale; Hospice, Riorganizzazione dei processi sanitari nel territorio vibonese, corretta dislocazione delle risorse ( angioTAC nuova e rete della stroke Unit, ampliamento dell’Unità di ortopedia) e competenze professionali); 3. Nuovo posizionamento dell’attività sanitaria vibonese nella matrice della rete Centro (rete oncologica, rete della riabilitazione, rete della lungodegenza); 4. Il monitoraggio della riforma della medicina territoriale; 5. Implementazione dell’atto aziendale; 6. La comunicazione dell’offerta; 7. Il Layout delle competenze; 8. Il Monitoraggio della qualità percepita.

In tale argomentazione, un elemento nodale è rappresentato dal finanziamento delle aziende sanitarie. È un dato ormai consolidato come la salute dei cittadini, pur essendo un diritto economicamente condizionato, non sia garantita in maniera uguale in tutto il territorio regionale. Le motivazioni che determinano questo risultato sono diverse e storicamente sedimentate. Se si considerano le macroaree per l’allocin tale prospettiva, Ali di Vibonesità ed i comitati territoriali dei diversi soggetti portatori di interessi hanno intrapreso una costruttiva ’interlocuzione istituzionale con il management aziendale dell’asp esercitando una sorveglianza civica del programma di rinnovamento sanitario vibonese.azione delle risorse da parte del SSR (assistenza collettiva 5%, assistenza territoriale per il 51% ed assistenza ospedaliera per il 44%). Il valore del costo standard ( quota pro-capite) sarà dato dalla media procapite per area; il costo finale dipende da diverse variabili tra le quali il layout dei modelli gestionali, le risorse dislocate lungo la filiera, la governance dei processi produttivi.

E’ fuor di dubbio che una azienda che storicamente ha avuto nei tredici anni di piano di rientro un mancato finanziamento medio di 41 milioni di euro, ha il layout strutturale, la tecnica produttiva e l’efficienza sicuramente peggiore rispetto alle altre province; in questo contesto il costo per unità di prodotto ( prestazioni sanitarie) sarà maggiore nella provincia che non si trova sulla barriera di benchmark; e quindi in una logica di risorse finite, s’ induce una spirale che condiziona una ulteriore contrazione dell’offerta sanitaria e riduzione delle prestazioni con mancato raggiungimento dei LEA.

Esistono studi consolidati sul come l’assetto organizzativo per il recupero dei gaps strutturali ed organizzativi abbia un incidenza di circa il 27% della quota pro-capite. In tale contesto il gap inter-provinciale aumenta , rendendo più iniqua la ripartizione del fondo sanitario regionale ed illusorio il raggiungimento degli obiettivi identificati al tavolo della consulta con il management aziendale . Per tale motivazione è urgente e mandatorio che Il movimento civico e il tavolo della consulta richieda ed ottenga l’incontro con il commissario ad acta e con la struttura commissariale regionale per condividere una road map capace di riposizionare la quota pro-capite al livello medio regionale ed indentificare funzioni e ruolo dei modelli gestionali aziendali nella rete dell’area Centro. Questa proposta operativa ha l’obiettivo di concorrere civicamente alla costruzione di un’offerta sanitaria integrata in un’unica matrice, che colleghi l’intera organizzazione delle strutture di diagnosi e cura, attraverso un flusso costante di dati e di informazioni; Il paziente diventa il perno della riorganizzazione produttiva, attuata secondo il principio dell’univocità del progetto assistenziale e del percorso di fruizione, a parità di problemi di salute. Il cittadino nel momento in cui dovesse perdere la salute (o voglia evitare di ammalarsi) dovrebbe trovare nell’offerta d’assistenza integrata le risposte adeguate alle sue esigenze di diagnosi e di assistenza.

 

 

Pino BrosioAuthor