Attorniato da familiari, parenti, amici, amministratori e compagni di partito, il partigiano socialista Raffaele Loiacono, maestro di scuola e di vita, spegne le candeline sulla torta dei suoi splendidi cent’anni. Lo fa tra gli applausi dei presenti mentre, affiancato dal figlio Francesco, dalla nuora Tina e dalle adorate nipoti Anita e Raffaela, le lacrime gli solcano il volto. Esprime parole affettuose per tutti, ringrazia gli assessori Lorella Destefano e Marco Vecchio, nonché il presidente del Consiglio Rosy Barillari, che, a nome dell’amministrazione comunale e dell’intera cittadinanza, gli fanno dono di una targa e di una composizione floreale.
Tanta festa e tanto affetto forse non se li aspettava. L’emozione che più volte l’attanaglia testimonia ancora una volta la sua grandezza d’animo, il suo amore per le persone più care, il suo affetto per chi gli sta sempre vicino. Desta, peraltro, grande ammirazione la lucidità e la fluidità di linguaggio con cui torna sui ricordi più significativi della sua storia personale che, non a caso, si incrocia con quella della Calabria e dell’Italia. Raffaele, appena ventenne, comincia la sua battaglia per la libertà e per la democrazia arruolandosi nelle file delle brigate Matteotti. Prende la tessera del Psi ed entra in contatto con Sandro Pertini, esponente dell’ala riformista del partito. Diventa subito dopo dirigente della federazione socialista di Catanzaro e, in collaborazione con Salvatore Iannolo e Nicola Rubino, fonda la sezione di Nicotera Marina alla quale aderiscono Giovanni Grasso, Antonio Bianco e Peppino Pagano, nonchè i ferrovieri Pasquale Ielo e Domenico Ierace con i figli Francesco e Peppino. Con la collaborazione dei pescatori fonda anche la camera del lavoro e conduce incisive battaglie per migliorare le condizioni socio-economiche della collettività. Durante l’occupazione delle terre incolte, viene arrestato e poi liberato grazie all’intervento dell’on. Gennaro Miceli. Nel 1949 organizza a Lamezia la festa dell’Avanti che si chiude con un comizio di Sandro Pertini. Nel 1950 vince il concorso per entrare nel mondo della scuola e comincia a insegnare a Bosco Reggio dove conosce e sposa Pina Pirrottina, amata consorte scomparsa nel 2009.
Dopo qualche anno rientra a Nicotera e nelle scuola elementari, per trent’anni, educa i suoi amati allievi al rispetto del prossimo, delle regole e dei valori portanti della società. Viene ripetutamente eletto consigliere comunale e si batte, con passione, per lo sviluppo del territorio spendendo ogni energia anche per il completamento dell’ospedale. Da consigliere provinciale, lavora a fianco di Giacomo Mancini e Mario Casalinuovo per il riscatto della Calabria. Col passare del tempo, il suo raggio di azione si restringe, ma la sua esperienza è sempre al servizio della bandiera socialista che ancora oggi è per lui un patrimonio inestimabile. <Ho speso la mia vita – ha affermato durante la festa del centesimo compleanno – per favorire la crescita della società. Oggi non ho più nulla da dare, ma provo tanta amarezza perché la realtà è diversa da quella che io avrei voluto>. In realtà, il partigiano Raffaele continua a dare. Passa, infatti, le sue giornate dando lezione di italiano alle sue badanti straniere e dispensando preziosi consigli alla nutrita schiera di socialisti guidata da Pino D’Ambrosio, Gregorio Piperno e Mimmo Pagano quotidianamente al suo fianco.