Sergio Baratto con il romanzo “La steppa”, edito da Mondadori, ha vinto la trentaquattresima edizione del premio “Giuseppe Berto”. Lo scrittore milanese al suo esordio ha avuto la meglio sugli altri quattro componenti della cinquina dei finalisti (Giovanni Fiorina, con Masnago, Marsilio Editori; Mauro Garofalo, con Alla fine di ogni cosa; Frassinelli, Cristian Mannu, con Maria di Isili; Giunti Editore, Mimmo Rando, con Omero al faro, Rubbettino Editore). Ad assegnargli il prestigioso riconoscimento è stata la giuria presieduta da Antonio D’Orrico, critico e giornalista del Corriere della Sera, e composta da Nicola Fiorita, Mimmo Gangemi, Cristina Benussi, Enza Del Tedesco, Giuseppe Lupo, Laura Pariani, Stefano Salis, Alessandro Zaccuri.
I loro consensi si sono concentrati sull’opera prima di Baratto <un romanzo di iniziazione che sottintende – si legge nella motivazione che ha accompagnato l’ingresso del libro nella cinquina dei finalisti – un lucido giudizio morale, un’utopia negativa che rinnega la terribile bellezza di una storia d’amore>. Insomma, <un esordio – rimarca ancora la giuria – che si segnala per la forza e l’esattezza della lingua severa e commovente, implacabile come l’incubo che descrive>. Guardando ai vincitori delle passate edizioni ed al successo che quasi tutti loro hanno avuto nel prosieguo del loro impegno letterario emerge con chiarezza che il “Berto” non si vince a caso. Ci vogliono delle doti e delle qualità, che D’Orrico ed i suoi compagni di viaggio hanno individuato senza esitazione nel romanzo che s’è aggiudicato la 34. edizione.
Baratto, in altre parole, può guardare al futuro con l’entusiamo necessario per toccare mete ancora pià alte nel complesso panorama letterario italiano. Il Premio quest’anno è tornato a Ricadi dopo un paio d’anni d’interruzione grazie all’impegno dell’ “Associazione culturale Giuseppe Berto”, della quale fanno parte Manuela e Antonia Berto, moglie e figlia dello scrittore nato a Mogliano Veneto e vissuto a Capo Vaticano, e dal Sistema Bibliotecario Vibonese guidato da Gilberto Floriani, un altro veneto che, come Berto, ha messo radici in Calabria. Alla buona riuscita della manifestazione hanno contribuito i Comuni di Mogliano Veneto e Ricadi, il liceo statale “Giuseppe Berto” di Mogliano Veneto, la CGIA di Mestre, sponsor principale, e il Colorificio San Marco, nonché la Regione Calabria, enti e istituzioni presenti sul territorio vibonese.