GOLETTA VERDE-ARPACAL-CAPITANERIA DI PORTO: I CONTI NON TORNANO

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Goletta verde- Arpacal-Capitaneria di porto: i conti non tornano. Dati diversi, verità diverse. Il triangolo non si chiude. Intanto parte il 34° esposto, viene effettuato l’accesso agli atti dell’Arpacal e al centro dell’attenzione finisce il torrente “Britto” – in sede locale meglio conosciuto come “Tuccina” – un rivolo d’acqua che, in ripido pendìo, dalle sorgenti site tra Preitoni e Comerconi, scorre impetuoso – ma solo durante i violenti temporali invernali – sino al mare. D’estate le sue acque si perdono lungo i circa tre km di letto pietroso e sconnesso frenate anche da una folta vegetazione e da inestricabili canneti. Sino ad oggi del suo scorrere s’erano accorti in pochi. Improvvisamente guadagna rilevanza nazionale. A renderlo famoso è la relazione annuale di Goletta verde i cui biologi, accortisi della sua esistenza – l’imbarcazione ambientalista nel mare di Nicotera s’è vista solo nel 2005 – non hanno resistito alla tentazione di analizzare le acque antistanti la sua foce. E i risultati venuti fuori dagli esami microbiologici, secondo Goletta verde, sono paurosi. Peccato che vadano a cozzare nettamente contro quelli resi noti dall’Arpacal e dalla Capitaneria di porto. La prima sostiene che il mare di Nicotera, oltre al Mesima, presenta un punto d’inquinamento assai elevato alla foce del Britto con valori notevolmente oltre i parametri previsti per legge. Le altre due continuano a ribadire che il litorale nicoterese, oltre al problema Mesima, non presenta inconvenienti di sorta e le acque antistanti il Britto sono praticamente immuni da presenze scomode. Prelievi ed esami sarebbero stati effettuati più o meno nello stesso periodo e nello stesso specchio d’acqua dai tre soggetti interessati. L’unico fenomeno emerso dagli esami microbiologici eseguiti dall’Arpacal, è legato alla <presenza abbondante di “Gymnodinium spp”, specie algale non tossica>. A questo punto l’interrogativo è d’obbligo: tra Goletta verde, Arpacal e Capitaneria di porto chi sta sbagliando? A chi deve credere il cittadino? Chi lo sta tutelando di meno o per nulla? I dati Arpacal sono diventati pubblici grazie ad una richiesta di accesso agli atti presentata dal “Comitato spontaneo di cittadini per la tutela dell’ambiente e della costa vvarpacal-accessoattitirrenica”. Una folta delegazione guidata dall’avv. Giacomo Saccomanno è stata ricevuta nella sede Arpacal di Vibo da Domenica Ventrice, che attualmente sostituisce il dirigente responsabile Angela Diano, nonché da Maria Antonietta Daniele responsabile del Servizio acque. Un incontro sereno a conclusione del quale copia degli atti relativi alle condizioni delle acque nel golfo di Nicotera è stata consegnata al Comitato. Comitato che ha anche licenziato il 34° esposto inviato a ben 22 indirizzi istituzionali competenti per materia e territorio. Un nuovo pesante atto d’accusa contro gli esiti del recente tavolo tecnico tenutosi in Prefettura ritenuti estremamente deludenti. La colpa del mare sporco è stata, infatti, attribuita alla mucillagine (Arpacal) e quella della scomparsa dei pesci di fondo (surici, tracine, sogliole, ecc.) alla mancata schiusa delle uova nel periodo invernale per il troppo freddo (Capitaneria di porto). Giustificazioni che cozzano contro la realtà del mare nicoterese e contro i fondamenti della biologia marina. Un <tentativo maldestro di calmare gli animi> e <di far vedere una realtà totalmente diversa>. Il Comitato chiede <chiarezza e verità> perchè <i cittadini e la popolazione – affermano i componenti del Comitato – sono stanchi di veder distruggere il mare nella totale indifferenza di chi dovrebbe tutelare l’ambiente>. Parole amare anche perchè, di fronte alle decine di segnalazioni rimaste senza risposte <il silenzio – conclude il documento – è peggio della morte! E che sia delle istituzioni è ancora più inquietante>.

Pino BrosioAuthor