ACQUA, UN BENE CHE APPARTIENE A TUTTI, Luciano Gagliardi: “Ovunque sul pianeta siano presenti Véolia o altre multinazionali ci sono cittadini e cittadine che devono lottare per i propri diritti”

Tempo di Lettura:3 minuti

L’acqua è bene che appartiene a tutti. Il privato deve abbandonare la sua gestione e lasciare che siano le strutture pubbliche a prendersi cura degli acquedotti sfruttando le risorse idriche disponibili sul territorio. Anche perchè un dato è chiaro: <Ovunque sul pianeta siano presenti Véolia o altre multinazionali ci sono cittadini e cittadine che devono lottare perché i propri diritti democratici, civili, ma anche lavorativi e sanitari vengano rispettati>. A puntare l’indice contro la gestione privatistica dell’acqua è Luciano Gagliardi, coordinatore dell’associazione “Compresi gli ultimi”. Le sue parole sono un appello allo Stato perchè rimetta le cose al loro posto, ma sono anche una denuncia pesante contro un modo di giocare con la salute della gente che non può più trovare spazio. Una speranza questa alimentata anche dal fatto di poter finalmente constatare che <dopo anni di lotta contro il muro di bugie e soprusi opposto dalla società per azioni Sorical – sostiene Gagliardi – che continua a gestire, contro la volontà popolare, l’acqua pubblica calabrese, siamo lieti di vedere che la Procura della Repubblica getta uno sprazzo di luce sul diritto alla salute dei cittadini>. E se la Sorical sino ad oggi s’è regolata come meglio ha creduto è perchè <questo incredibile muro di menzogne ed illegalità – continua – è stato, davvero per troppo tempo, ben cementato dall’irresponsabile ed incompetente comportamento dei sindaci, e di interi consigli comunali che si sono succeduti negli anni in ben ottanta comuni calabresi e dalla quasi completa e colpevole assenza degli altri enti: Asp, Arpacal e consigli provinciali e regionali in primis, preposti per legge a vigilare sulla salute dei cittadini>.
Gagliardi lamenta anche una evidente carenza di <vigilanza che è stata inesistente – dice – soprattutto nelle zone servite dall’acqua inquinata proveniente dal bacino artificiale Alaco, che serve più di 400.000 cittadini residenti in ben tre delle cinque province della regione>. Il tutto senza dimenticare che <anche i calabresi, come pure la stragrande maggioranza degli italiani – insiste il coordinatore di “Compresi gli ultimi” – hanno da tempo democraticamente stabilito che la gestione dell’acqua deve essere pubblica e non capitalistica> perchè <l’acqua e la sua gestione sono patrimonio di chi abita e vive il territorio e non devono essere preda degli interessi degli speculatori tramite le Spa a capitale misto pubblico-privato> ossia <quelle società – aggiunge – che dappertutto hanno agito come vere e proprie mafie internazionali e che in particolare in Calabria perpetuano e peggiorano una situazione di illegalità diffusa già di per sé tragica>. Coni d’ombra radicati dappertutto, situazioni difficili che in tanti hanno vissuto sulla propria pelle perchè non a caso <chi ha difeso il diritto dei cittadini all’acqua pubblica e sana – rimarca Gagliardi – ha infatti ricevuto minacce e avvertimenti più o meno espliciti fino a giungere, in alcuni casi, a veri e propri attentati, come è successo a Serra San Bruno e Reggio Calabria>. L’inchiesta avviata dalla Procura ridà fiducia alla gente perchè dimostra ai calabresi e all’Italia che <lo Stato, quello Stato che vuole che la legge e i cittadini siano rispettati, esiste – afferma il responsabile dell’associazione – ed è vivo anche in Calabria e nel contempo porta all’attenzione nazionale atti e comportamenti gravi e di rilevanza amplissima>. Come è giusto che sia <visto che gli interessi delle aziende coinvolte in questo piccolo angolo di mondo – ribadisce – sono diffusi su tutto il pianeta tramite il colosso Véolia, prima multinazionale al mondo per fatturato nel settore acqua>.
A questo punto, a parere di Gagliardi, deve essere lo Stato a fare la sua parte perchè <un acquitrinio non può essere utilizzato per rifornire gli acquedotti> e nessuno può aspettarsi che <un gestore privato, il cui unico interesse è il Profitto e non la buona qualità dell’acqua e delle reti idriche tuteli gli interessi dei cittadini>. Le cose da fare sono sotto gli occhi di tutti: scollegare il bacino dell’Alaco avvelenato dalle reti idriche e puntare al risparmio dell’acqua migliorando gli acquedotti>.

Pino BrosioAuthor

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *