IL TRASFERIMENTO DEL SERVIZIO DIALISI NEI NUOVI LOCALI ANCORA BLOCCATO: Tutta colpa del mancato acquisto di un bidone per la raccolta dei liquidi e della mancanza dell’impianto per la distribuzione dei gas medicali. In sospeso 30 richieste di dialisi estiva.

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Tempi biblici per l’acquisto di un bidone. Un semplice, normale, volgarissimo bidone che serve a raccogliere i liquidi che si producono durante la dialisi e la cui mancanza, al momento, sta impedendo che i malati vengano trasferiti nei locali occupati originariamente e, poi, ristrutturati. Ad onor del vero manca anche l’impianto per la distribuzione dei gas medicali. In questo caso, però, la gara è stata espletata pochi giorni fa e l’appalto è stato attribuito alla Item Oxigen di Altamura che dovrà eseguire lavori per un importo di circa 26mila euro. Resta il problema del bidone. Un semplice, normale, volgarissimo bidone. Magari passerà chissà quanto tempo ancora prima che le procedure d’acquisto si concludano. Intanto, il servizio di dialisi attivo nella struttura ospedaliera è costretto ad operare non senza difficoltà in ambienti non del tutto confortevoli. Se non viene acquistato il bidone, però, non è possibile fare alcun cambiamento. Incredibile, ma vero. Imbarcarsi nella ricostruzione dei fatti significa infilarsi in una delle tante storie di normale disamministrazione che, nel tempo, hanno penalizzato l’utenza sanitaria nicoterese. Una di quelle storie che affondano le radici nel passato dell’Asp e anche nel presente. Disfunzioni c’erano prima, disfunzioni ci sono ora. Solo che alla guida del palazzo da circa sedici mesi veleggia una “triremi” straordinaria e magari i cittadini s’aspettavano che almeno i problemi più semplici venissero risolti. Pura illusione. Non è cambiato nulla. Ricostruiamo i fatti, forse ne vale la pena. Qualche anno fa, direttore generale Domenico Stalteri, venivano appaltati i lavori di ristrutturazione degli ambulatori e di un’ala del presidio ospedaliero da destinare al servizio dialisi. Nel frattempo, ambulatori e macchinari venivano provvisoriamente trasferiti al primo piano. Dopo un paio d’anni i lavori arrivavano a compimento. Ogni cosa sembrava a posto. Veniva ripetutamente annunciato che la dialisi sarebbe stata trasferita nei nuovi locali entro il giugno 2011 perchè mancava soltanto l’impianto per la distribuzione dei gas medici. Giugno è passato invano così come invano sono trascorsi altri mesi ancora. La dialisi è sempre lì, nella sua temporanea destinazione di emergenza. Perchè dai vertici dell’Asp si fatica, evidentemente, a guardare con la necessaria sensibilità verso la periferia, laddove gli utenti dei servizi sanitari sono sempre e comunque figli di un dio minore. Rischiano di essere continuamente bidonati. E non solo perchè non viene acquistato un bidone, ma perchè, quasi per prassi consolidata, se non si scende in piazza per rivendicare anche il diritto ad una siringa, tutto ciò che è provvisorio diventa definitivo. Anche ora che ai vertici di via Dante c’è la triade commissariale. Solo che in questo caso la precarietà della dialisi non può diventare definitiva. I dializzati, una ventina in tutto, hanno sicuramente diritto a locali confortevoli. Li ha già penalizzati la malasorte, un management aziendale sensibile dovrebbe far di tutto per evitare loro altri disagi. Intanto, nel competente ufficio dell’Asp pare siano arrivate una trentina di richieste per la dialisi estiva. Richieste rimaste in sospeso, e questo è davvero grave, in attesa che la situazione del servizio si normalizzi.

Pino BrosioAuthor

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