STAGIONE ESTIVA ALLE PORTE: insieme agli ombrelloni tornano preoccupazioni e problemi.

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Impianti di depurazione malfunzionanti,  comuni ancora solo parzialmente coperti da sistemi di depurazione,  scarichi  a cielo aperto o meglio nei fossi con liquami che arrivano sempre e comunque a mare. Un quadro generale allarmante con le amministrazioni comunali impegnate nell’affannosa, e forse tardiva, ricerca di soluzioni per salvare ancora una volta la stagione balneare. In realtà, sugli arenili del litorale tirrenico vibonese spuntano ormai  i primi ombrelloni, i turisti sfidano le acque ancora gelide  per i primi bagni ricchi di brividi. Torna l’estate. E con l’estate tornano preoccupazioni e problemi. Depurazione in primis. Prossimo ad uscire di scena l’Ato, la gestione degli impianti ormai ridotti ai minimi termini  grava come macigno  sulle amministrazioni comunali. Il ripristino di pompe e macchine richiede somme che le casse municipali non sono in condizione d’affrontare. Nei mesi scorsi si sono susseguite le riunioni per cercare di venire a capo della delicata situazione. Provincia, Prefettura ed enti si sono mobilitati per programmare le linee d’intervento. In quasi tutte le occasioni, i lavori si sono conclusi con l’appello al governatore Scopelliti a voler sostenere l’impegno dei Comuni volto a offrire al popolo delle vacanze un mare all’altezza della tradizione e della propaganda fatta.  La Regione, in realtà, solo pochi giorni fa ha messo a disposizione 260 milioni di euro per interventi da effettuare nel settore della  depurazione e delle condotte fognarie. Ma a precise condizioni: niente iniziative individuali dei Comuni, niente finaziamenti a pioggia, project financing. Per avere gli importi occorrenti viene richiesta una progettazione seria e che contempli le necessità di bacini orografici più o meno omogenei.  Non pare ci siano altri vincoli specifici. Ogni ente è libero di consorziarsi con chi vuole in base alle proprie esigenze. E non ci sarebbero neppure termini perentori. La Regione, in altre parole, valuterà i progetti man mano che saranno depositati. Chi arriverà in ritardo rischierà di rimanere a mani vuote.  La strategia regionale guadagna il plauso di Confindustria e l’opportunità di lavorare insieme <è sicuramente  un aspetto positivo ed encomiabile che – afferma il presidente Antonio Gentile – evidenzia ancora di più la necessità dei differenti soggetti a perseguire una strada comune con l’intento di uscire definitivamente da una crisi ambientale che, ancora oggi, non sembra trovare soluzione>.  Confindustria guarda con preoccupazione al settore turistico che è trainante per l’economia del Vibonese. Non a caso nelle scorse settimane ha riunito attorno ad un tavolo tutte le categorie interessate con l’obiettivo di <“svegliare” gli addetti ai lavori, a partire dalle singole amministrazioni, ciascuna per la sua parte e per la sua responsabilità>. Il presidente guarda con interesse <a quello che i sindaci si stanno impegnando a portare avanti> anche perchè <essere preparati alla realizzazione di un project financing che possa sfruttare al meglio le disponibilità finanziarie che la Regione tramite il Cipe potrà mettere a disposizione, non è cosa di poco conto>. Nessuno, però, dimentichi che <è opportuno e soprattutto urgente – sottolinea Gentile –  pensare di intervenire non solo a medio e lungo termine, ma anche a breve, brevissimo termine, dando soluzione alle criticità più impellenti, per evitare – aggiunge – che la stagione ormai alle porte, non registri ulteriori danni e disagi come quelle degli anni più recenti>.  Naturalmente, <Confindustria non abbasserà mai la guardia – sostiene il presidente – nella certezza che le imprese turistiche non possono più farsi carico delle inefficienze della pubblica amministrazione>. E questo perchè <gli investimenti economici degli imprenditori nel preparare al meglio le strutture ricettive – conclude Gentile –  rischiano di essere mortificati da una ennesima stagione di mare sporco>. I rischi, in effetti, sono concreti. Al momento le criticità più serie  sembrano essere quelle di Briatico e Zambrone qualora non dovesse entrare in funzione il nuovo depuratore. Situazione poca allegra anche a Pizzo a causa del sottodimensionamento degli impianti, mentre  Cessaniti pare riesca a smaltire sono una parte dei liquami fognari. Problemi anche sul resto del territorio provinciale. Al momento si sarebbero creati degli ambiti spontanei a cominciare da quello dei comuni della costa (da Briatico a Joppolo e forse Nicotera se la commissione straordinaria deciderà da che parte stare) e poi  gli ambiti del Mesima  alto (Soriano e comuni limitrofi), Mesima basso (Filandari, San Calogero, ecc.), Angitola (Pizzo, Filadelfia, Polia, Francavilla) e Ancinale-Serre. La progettazione in corso risolverà i problemi?

Pino BrosioAuthor

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