CONVENTO DI SAN FRANCESCO, DISPUTA APERTA PER STABILIRNE LA PROPRIETÀ: in città lo si vorrebbe destinare ad una casa di riposo per anziani.

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Convento di San Francesco: disputa aperta per stabilirne la proprietà e la destinazione d’uso. Da una parte l’Ordine dei frati cappuccini che reclama adeguato indennizzo per cederlo, dall’altra il Comune che vorrebbe realizzare una casa per anziani senza però dissanguare le proprie casse anche sulla scorta del fatto che la comunità nicoterese avrebbe ripetutamente contribuito alla costruzione e ristrutturazione dell’immobile mediante una continua raccolta di offerte. L’ente non avrebbe, però, in mano alcun titolo idoneo per accampare pretese, ma neppure i Cappuccini sarebbero in grado di sbandierare un foglio di carta attestante che il convento è di loro proprietà. A dispetto di un tale punto debole per niente trascurabile, l’ordine religioso avrebbe idee molto più chiare e forti nella strategia di mercato. La loro valutazione della struttura lieviterebbe continuamente e negli ultimi anni da circa 200mila euro sarebbe schizzata a oltre 600mila. Niente male, se non fosse per quel piccolo dettaglio relativo al titolo di proprietà mancante. Nel corso dell’ultimo incontro tenutosi per cercare di dirimere la vertenza evitando l’ingarbugliamento della questione il ragno sarebbe rimasto nel buco. Non sarebbe venuto fuori, cioè, niente di concreto. Un rappresentante dei Cappuccini avrebbe spiegato al prof. Pasquale Barbalace, noto storico locale, al commissario straordinario Marcello Palmieri e al parroco della Cattedrale don Francesco Vardè che il convento lo avrebbero realizzato i Cappuccini. La struttura sarebbe, quindi, di loro proprietà. Nessun atto notarile da esibire, ma solo un piccolo ritocco al rialzo alla valutazione. Fortunatamente, di fronte al dire del frate, nessuno dei presenti ha abbandonato il campo. Anzi, ad ognuno dei partecipanti all’incontro sarebbe stato attribuito un compito specifico nella ricerca dei documenti necessari per accertare la proprietà dell’ex seminario. Per certo, il Comune appare orientato a portare avanti la trattativa per arrivare alla soluzione della vertenza e, successivamente procedere alla realizzazione della casa di riposo per anziani. Lo stesso mons. Luigi Renzo, avrebbe manifestato piena disponibilità ad adoperarsi per venire a capo dell’intricata situazione. In città, comunque, se ne parla sempre di più e non mancano le prime prese di posizione. <La volontà di realizzare qualcosa di concreto – afferma Enzo Comerci, coordinatore dell’associazione “Fronte Comune” – cozza contro le pretese dell’ordine monastico, che scoprendosi proprietario rivendica bei soldini. Ci auguriamo che le sue pretese rientrino in un solco più consono alle regole francescane e la struttura venga ceduta a cifra simbolica per aiutare gli anziani>. Più conciliante la posizione del prof. Barbalace. <Pur nel pieno rispetto della volontà dei Cappuccini – dice – sarebbe olpportuno che la struttura venisse usata per iniziative sociali. La soluzione più idonea potrebbe essere quella di andare a concordato sulla base di un’idonea perizia>. Il convento sorge in uno degli angoli più suggestivi della città. Da una parte s’adagia alle pareti della chiesa di San Francesco, dalla parte opposta spalanca le sue finestre sul Tirreno e sul paesaggio di impareggiabile bellezza offerto dallo stretto di Messina e dalla Sicilia con tutte le Eolie a punteggiare l’orizzonte. L’avvio dei lavori per la sua costruzione pare affondi le radici negli ultimi anni del Cinquecento. Ristrutturato e ampliato nei primi decenni del Settecento, non sarebbe stato risparmiato dal terremoto del 1783. Sino al 1976 ha ospitato il seminario per alunni della scuola media e del ginnasio. Prima di chiudere i battenti è stato utilizzato dal Ciso Calabria per la gestione di corsi professionali. Nel corso degli anni è stato più volte sottoposto a lavori di ristrutturazione grazie soprattutto all’obolo dei fedeli di Nicotera e dintorni, nonché del benefattore Francesco Scardamaglia. 

Pino BrosioAuthor

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