CHIUDE IL CONSORZIO INTERCOMUNALE PER LO SVILUPPO, Pungitore: “Mi auguro gli stessi comuni possano continuare a collaborare tra loro”.

Tempo di Lettura:3 minuti

Il “Consorzio intercomunale per la promozione e lo sviluppo della costa tirrenica”, dopo circa trent’anni d’attività, ha chiuso i battenti. Cronaca di una morte annunciata. E l’hanno voluta un po’ tutti i sindaci dei dieci comuni (Nicotera, Joppolo, Ricadi, Spilinga, Tropea, Briatico, Parghelia, Zambrone, Zaccanopoli e Drapia) che ne facevano parte. A determinare la cessazione dell’attività è stata la volontà di defilarsi posta in essere tra il 29 dicembre 2010 e il 13 febbraio 2011 da sette comuni il che ha fatto scattare la clausola inserita nella convenzione a base del Consorzio stesso e che prevedeva lo scioglimento dell’ente qualora fossero venuti meno i due terzi degli enti componenti. Sulla scorta del dato acquisito, il prefetto Michele di Bari ha provveduto a nominare il commisario liquidatore nella persona del viceprefetto Maria Rosa Luzza. Il suo non sarà un compito facile. Dovrà spulciare, soprattutto, tra le carte per poi arrivare a stilare un documento contabile che contempli un quadro chiaro della situazione specialmente in relazione agli aspetti debitori. Stando ad un primo sommario bilancio, il Consorzio ha accumulato un debito che supera abbondantemente i cinquecentomila euro e al quale dovranno fare fronte i comuni partecipanti attingendo a fondi propri. Una bella rogna atteso che a piangere miseria sono un po’ tutte le casse comunali. L’entità degli importi da versare sarà stabilità, con ogni probabilità, in rapporto al numero degli abitanti di ogni comune. Il Consorzio era nato nel 1984 con la partecipazione di sette enti comunali diventati dieci nel 2005 con l’ingresso di Spilinga, Zaccanopoli e Spilinga. Il primo incarico di presidenza venne ricoperto da Antonio Interdonato e, a seguire, da Girolamo Rombolà, Italo Pilmeri, Salvatore Epifanio e Girolamo Pungitore. La sede venne messa a disposizione dal Comune di Tropea e le attività presero il via con la gestione di un finanziamento di 50 miliardi delle vecchie lire che doveva servire a realizzare le condotte fognarie dei centri del litorale tirrenico vibonese e collettarle con i costruendi depuratori separando acqua bianche da acque nere. Lavoro questo realizzato solo parzialmente con conseguenze serie per la salute del mare specialmente per la mancata separazione delle acque bianche da quelle nere. Le attività andarono avanti a singhiozzo e Girolamo Pungitore, presidente del Consorzio dall’agosto 2003 sino al momento delle dimissioni avvenute nell’aprile del 2011, dovette cominciare a fare i conti con le prime difficoltà serie dell’ente, che, dal 2000 in poi, s’era visto espropriare delle sue prerogative basilari col trasferimento della gestione dei depuratori prima al commissariato per l’emergenza ambientale (2000) e poi all’Ato. Esperienze entrambe non esaltanti se si guarda al progressivo aumento dell’inquinamento marino. Inquinamento in buona parte da collegare almeno sino al 2004 sia alla precaria gestione degli impianti di depurazione che all’incapacità di avviare una precisa analisi del territorio per individuare le criticità esistenti anche nei paesi dell’entroterra costiero. E anche quando il quadro della situazione venne realizzato e trasformato in progetto da attuare per porre fine ad ogni inconveniente, a frapporre ostacoli ci pensò il Commissariato per l’emergenza ambientale che, in un primo momento fece proprio il progetto del Consorzio senza però darvi più seguito. Era l’inizio del lento declino dell’ente all’interno del quale si generava progressivamente un clima di diversità di vedute sfociato un anno fa nelle dimissioni di Pungitore e nell’avvio delle procedure di scioglimento. Oggi, <non posso che esprimere – afferma lo stesso Pungitore, ultimo presidente in carica – tutto il mio profondo rammarico per la fine di un ente che pur evidenziando limiti, ha dato tante risposte sul territorio. Sicuramente la voce dei comuni associati era più forte nei confronti di altri enti. Mi auguro – conclude – che gli stessi comuni possano continuare a collaborare tra loro per dare risposte concrete alla questione depurazione perchè senza mare pulito continueremo ad assistere alla fuga dei turisti>.

Pino BrosioAuthor

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *