AFGHANISTAN, MIGLIORANO LE CONDIZIONI DEL MARESCIALLO STORNIOLO: stando all’entità delle ferite riportate, non farà ritorno in Italia.

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Le condizioni di salute di Nicola Storniolo, il maresciallo capo rimasto ferito sabato pomeriggio in Afghanistan, sono nettamente migliorate. Ieri mattina, stando alle notizie che rimbalzano dall’Afghanistan e da Cosenza sede del 1° Reggimento dei bersaglieri di cui fa parte il sottufficiale ferito, Nicola aveva lasciato l’infermeria per seguire le attività dei commilitoni senza, naturalmente, prenderne parte. Un ragazzo in gamba, uno tosto che, stando alla testimonianza dei suoi superiori, ama il suo lavoro e la divisa. Rende onore all’Italia. Questo non toglie che tra i familiari del maresciallo, circondati dall’affetto e dalla solidarietà della cittadinanza, il livello di apprensione continui a mantenersi alto. Teresa, la moglie, non sa darsi pace. Ha il volto provato, segnato dall’insonnia e dall’angoscia. Come succede tutte le volte che il marito è fuori casa, trova rifugio nella casa dei genitori, a pochi metri dalla chiesa di San Cosma e Damiano, in un angolo suggestivo del centro storico. Si sottrae con garbo alle domande dei giornalisti, ha timore di parlare per non venir meno al riserbo che scatta negli ambienti militari in simili brutte occasioni e che coinvolge, in qualche misura, anche i familiari dei soldati. <Vi prego – dice – non fatemi parlare. Non posso dirvi niente. Non posso rispondervi>. Le lacrime le riempono gli occhi, fatica a controllarle. <Ho parlato con Nicola – aggiunge – mi ha tranquillizzata. Ma lui è lì ferito, mi assicura che sta bene, però io non lo vedo, non so se mi dice la verità. Vivo queste ore così, non so cosa pensare>. E la donna non sa nulla neppure sui movimenti che il marito dovrà fare in questi giorni. <Non so – sottolinea – se tornerà in Italia, se per Pasqua potremo riabbracciarlo>. Teresa, per certo, ha vissuto momenti terribili. Sabato sera, quando alla porta di casa si sono presentati colleghi del marito provenienti da Cosenza col delicato compito di informarla, il mondo le è crollato addosso. Ha temuto subito il peggio. Poi, per rassicurarla, i militari l’hanno messa in contatto col marito. Ha potuto ascoltare la sua voce, le sue parole rasserenanti. Nicola ha parlato pure con la figlia dodicenne, con i suoceri e altri parenti, nonché col capitano Francesco Montepaone, suo superiore. A poco a poco, la paura s’è attenuata, i battiti del cuore son tornati alla normalità. Ma l’ansia no. L’ansia l’ha accompagnata nella notte insonne. In Afghanistan, tra le montagne del Gulistan, nella provincia di Farah, in quell’avamposto della missione italiana incastrato tra montagne e deserto, Nicola stava trascorrendo la sua notte di soldato ferito per servire il Tricolore, e Teresa gli è stata idealmente vicina. Con le sue preghiere, con le sue paure, con tutto il suo amore e con la speranza di poterlo riabbracciare presto. E la situazione sembra davvero volgere al meglio. <Le ferite del maresciallo Storniolo – afferma il capitano Francesco Montepaone, ufficiale del 1° Reggimento dei bersaglieri di stanza a Cosenza – sono fortunatamente lievi. E’ quello che nell’esplosione del colpo di mortaio ha riportato meno conseguenze>. Poi, la sua testimonianza delinea al meglio la personalità di Nicola Storniolo. <E’ la quarta volta – riferisce – che va in Afghanistan e, quindi, ha maturato già una grande esperienza. In gergo, è un tipo tosto, bravo, sicuro. Non si scoraggia di fronte a nessuna situazione, neppure di fronte a circostanze come quelle appena vissute. E’ sempre pronto a mettersi in gioco e il fatto che ieri mattina fosse già vicino ai commilitoni lo dimostra>. Probabilmente, e questo magari non farà piacere alla moglie Teresa, <il maresciallo Storniolo – conclude il capitano Monteleone – stando all’entità delle ferite riportate, non farà ritorno in Italia>. Nicotera può essere orgogliosa.

Pino BrosioAuthor

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