LIMBADI, NESSUN PASSO INDIETRO DELLO STATO: l’associazione “Riferimenti” potrà realizzare la prima università italiana dell’antimafia.

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Associazione "Riferimenti"Lo Stato c’è, non fa passi indietro, non ha incertezze: i beni confiscati ai Mancuso in territorio di Limbadi vanno utilizzati a fini sociali. L’associazione “Riferimenti” potrà realizzare tanto la prima università italiana dell’antimafia negli immobili ubicati a ridosso del centro abitato di Limbadi che altre utili iniziative nella villa di località “Petti di razza” dello stesso comune. E’ questo, in sintesi, il risultato della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza che s’è tenuta in Prefettura nella mattinata di ieri alla presenza dei rappresentanti delle forze dell’ordine tra cui il ten. Colonnello Daniele Scardecchia, comandante provinciale dei carabinieri con a fianco il maggiore Vittorio Carrara, il dirigente della Questura Angelo Foti, il coordinatore dell’Agenzia del territorio Paolo Fazzino e il comandante del Cfs Angelo Daraio. Presenti anche i rappresentanti di Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto e Agenzia del demanio, nonchè Nello Ruello responabile nazionale antiracket di “Riferimenti” e il sindaco di Limbadi Francesco Crudo. Il prefetto Michele di Bari, affiancato nell’occasione dal capo di gabinetto Anna Aurora Colosimo, dopo il sopralluogo effettuato in località “Petti di razza” di Limbadi per avere un quadro preciso della situazione dei beni confiscati, ha fornito ai presenti tutti i particolari in suo possesso ribadendo la rimozione degli inconvenienti che stavano impedendo a “Riferimenti” di attivare la gestione delle proprietà sottratte al clan dominante. In altre parole, è stata rimossa la rete che impediva l’accesso alla villa, mentre il mastino napoletano che si trovava oltre la rete è stato restituito al proprietario. Al portone d’ingresso dell’immobile è stato applicato un lucchetto la cui chiave, al momento, è nelle mani del primo cittadino limbadese già detentore pure delle chiavi del grosso cancello in ferro posto sul limite tra la Provinciale che da Limbadi corre verso Rosarno e la Statale 18. Il Prefetto ha pure confermato che sono stati posti sotto sequestro il terrazzo e i corpi avanzati adiacenti una vecchia casa colonica realizzati abusivamente e che il sindaco Crudo dovrà provvedere a far demolire appena completato l’iter previsto per l’abusivismo. Al comandante provinciale dell’Arma ha, altresì, raccomandato di dare tutto il sostegno necessario agli amministratori limbadesi. Di Bari ha anche precisato – e questo tornerà utile a “Riferimenti” per la scelte delle iniziative che intenderà avviare – che i beni confiscati a “Petti di razza” non sono costituiti solo dalla villa, ma anche dal 50% del terreno che vi è attorno per un’estensione complessiva pari a 61mila metri quadrati. Pienamente soddisfatto dell’incontro Nello Ruello. <Ci troviamo di fronte – ha affermato riferendosi al Prefetto – un uomo dal pugno di ferro. La sua determinazione non potrà che dare tranquillità e sicurezza a quanti lavorano per arginare l’ingerenza del potere mafioso nella gestione del territorio. Da parte mia – ha aggiunto – mi adopererò affinchè l’associazione di cui faccio parte riprenda in considerazione la possibilità di riprendersi in consegna i beni confiscati>. E questo anche perchè <l’operato del Prefetto e delle forze dell’ordine – ha concluso Ruello – merita rispetto e sostegno convinto>. Stamattina alle 9 il Prefetto incontrerà le suore di San Francesco per chiarire ogni questione relativa al possesso dei terreni confiscati a “Petti di razza”.

Pino BrosioAuthor

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