GLI STUDENTI DELL’ITIS TENGONO DURO. Niente riscaldamento, niente lezioni.

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Gli studenti dell’Itis tengono duro: niente riscaldamento, niente lezioni. Una situazione assurda che offende il diritto allo studio, nega il dovuto agli alunni e li allontana da enti e istituzioni magari vanificando tutto il lavoro che normalmente si fa con i progetti sulla legalità. Al suono della campanella, ieri mattina, i ragazzi si sono presentati ai cancelli d’ingresso, hanno riposizionato il loro striscione “Non siamo bestie senza diritti e senz’anima” e poi si sono allontanati. Al loro fianco si sono schierati anche numerosi genitori. Ma in campo, ieri mattina, sono scesi anche i professori. E lo hanno fatto senta troppi fronzoli nel corso di un’assemblea spontanea che li ha visti compatti nel puntare l’indice contro la Provincia. Rilievi pesanti, accuse velate ma non troppo. Parecchi di loro hanno parlato da tecnici. Il quadro che ne è venuto fuori lascia perplessi. Le conclusioni dei docenti sono univoche e sfociano in un dato chiaro: la Provincia avvia lavori spesso inutili o comunque non fatti a norma, non li porta a conclusione, sperpera denaro pubblico senza risultati. A rendere l’idea di quello che vogliono evidenziare i professori basta una scritta a caratteri cubitali su un pannello divisorio collocato vicino all’istituto dalla ditta che da un paio di mesi sta eseguendo i lavori della scala antincendio e altro ancora. Sono parole vergate dagli studenti: la Provincia cambia tutti gli anni le finestre e noi continuiamo a rimanere al freddo. <Questa scuola – afferma il prof. Agostino Fuscà – è un cantiere aperto. Ci sono infiltrazioni d’acqua dappertutto. L’impianto di riscaldamento non funziona, i climatizzatori mancano di manutenzione e non sapppiamo se sono nocivi. L’impressione è che si voglia smantellare un presidio di democrazia dove si fa cultura e i ragazzi ne sono consapevoli>. In realtà <tutti stiamo pagando – sostiene il prof. Salvatore Fusca – per lavori fatti non bene. Qui arrivano i funzionari della Provincia, fanno rilievi, fotografie, misure e poi tutto si traduce nella realizzazione di interventi diversi da quelli che servono>. Si cala nei particolari l’ingegner Vincenzo Campisi. <Da anni – dice – vengono fatti interventi per l’adeguamento dell’edificio. Ora è stata realizzata la scala antincendio. Ma sono tutte opere che rispettano i criteri di sicurezza? Sono a norma? L’impianto di riscaldamento realizzato due anni fa perchè non funziona? Perchè i lavori vengono avviati e non conclusi? Perchè le finestre sono state cambiate tre volte in tre anni? Così non si può andare avanti>. Ma c’è di più. <Si fa la recinzione dell’istituto – sottolinea ancora il prof. Campisi – e poi all’interno della stessa si mettono pure le ringhiere. A che servono? Si fa il tetto e l’acqua cola da più parti. Ora bisogna rifarlo. Intanto non vengono sostituiti i vetri rotti. Noi diciamo no agli interventi a pioggia che non servono a niente. Con tutti i soldi spesi sino ad oggi questo istituto dovrebbe essere perfetto e invece non possiamo neppure fare lezione>. Il tutto si potrebbe risolvere <con un piano di manutenzione ordinaria – afferma il prof. Pantaleone Lisotti – perchè non è possibile fare la guerra ogni volta che c’è necessità di qualcosa>. E manifesta il proprio disappunto anche il prof. Antonio Bagnato perchè <abbiamo l’esigenza – asserisce – di fare lezione. Siamo a fine quadrimestre e vogliamo stare tranquilli. E’ dalle otto che stiamo qui a far nulla>. L’assemblea si conclude con un appello dei docenti agli studenti: da lunedì tutti a scuola. C’è da chiudere il quadrimestre e se necessario si farà lezione anche al freddo>. Gli alunni saranno d’accordo?

Pino BrosioAuthor

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