Alla Cgil il Piano di dimensionamento della rete scolastica approvato dal consiglio provinciale non piace

Tempo di Lettura:4 minuti

CGIL

Non rispetta i criteri della continuità territoriale, smembra numerosi istituti, soddisfa esigenze di parte a discapito della collettività, promuove accorpamenti difficili da condividere. In altre parole, alla Cgil il Piano di dimensionamento della rete scolastica approvato dal consiglio provinciale non piace perchè <anche se fosse stato il il migliore piano – si legge in una nota della segreteria provinciale – da parte nostra non ci sarebbe mai stato un plauso. Quando si tagliano dirigenze e si sopprimono autonomie, si perdono comunque posti di lavoro>. In ogni caso <qualunque sia la scelta fatta – prosegue il documento – c’è solo da ingoiare un amaro boccone e disperarsi per una scuola che oltre a perdere risorse umane perde

anche la sua qualità e la sua funzione>. Il disappunto della Cgil straripa, poi <quando si decide di sopprimere o indebolire una realtà scolastica , in territori particolarmente disagiati anche orograficamente, dove è più facile assistere a fenomeni di dispersione>. Il sindacato della Camussi, di conseguenza, prende le distanze dal Piano perchè se in alcuni casi le scelte hanno evidenziato senso di responsabilità da parte dell’assessore all’Istruzione Pasquale Fera, la stessa cosa non può dirsi per altre situazioni le cui soluzion

i hanno creato <danni e disagi non di poco conto>. E non è neppure vero, secondo la Cgil, che il Piano sia stato elaborato con la partecipazione dei sindacati. <Nell’ultimo incontro – spiegano i dirigenti della Cgil – avvenuto nella sala consiliare alla presenza anche di alcuni sindaci tra cui quello di Zungri, il commissario di Arena e altri, anche dirigenti scolastici, la proposta che l’assessore Fera aveva illustrato era sta contrastata su alcuni punti proprio dalla nostra organizzazione sindacale, specie per quanto riguardava la sorte degli istituti comprensivi di Arena e Zungri, le sezioni degli istituti tecnici commerciali di Pizzo e di Mileto, nonchè per quanto difficoltà ad accettare “lo spezzatino” prepara
Il Comune, in sostanza, si sarebbe mosso sulle orme del passato che aveva visto il secondo circolo didattico e la Murmura scippati dei plessi e delle sezioni numericamente più significativi. Con l’ultimo Piano gli inconvenienti si sarebbero ripetuti perché <sono per lo più gli stessi plessi scolastici – rimarca la Cgil – ad essere utilizzati come pezzi di ricambio a secondo di chissà quali progetti; ancore di salvataggio che vedono avvantaggiate le stesse istituzioni del precedente piano di dimensionamento scolastico, che oggi diventano megascuole costituite a discapito delle stesse istituzioni scolastiche già danneggiate precedentemente>. Nessun criterio rispettato. Stessa sorte, insiste la Cgil, per l’i.c. di Zungri dove <per una manciata di numeri> e per aver voluto accorpare le scuole di Zaccanopoli a quelle di Cessaniti <saltando in linea d’aria Zungri> si è creato un diffuso malcontento. Giudizio negativo anche sull’i.c. di Arena che perde l’autonomia per aver voluto aggregare Dasà a Dinami saltando Acquaro. Ad orientare le scelte avrebbe contribuito la volontà dei sindaci, ma allora <perché non è stata rispettata – si chiede ancora la Cgil – anche la volontà del sindaco di Filandari che non avrebbe gradito il fatto che il suo comune ancora una volta facesse da jolly, prima per salvare l’autonomia dell’i.c. di Cessaniti e ora quella di San Calogero?>. Si poteva fare meglio e soprattutto si poteva <mantenere più istituti con le reggenze – conclude la segreteria della Cgil – piuttosto che tagliare le autonomie, per le quali ci vuole un attimo a farle scomparire ma sarà impossibile in futuro poterle ricostituire>.to a danno di tante istituzioni scolastiche <perché per la Cgil Flc è prioritario salvare l’offerta formativa e la qualità dell’istruzione su un territorio martoriato da fenomeni di ogni genere>. Una scuola così fatta non può che creare <facili bersagli anche per la criminalità dilagante tra i giovani, quando, invece, una scuola forte e potenziata può rappresentare ormai l’unica risposta per un futuro di legalità, crescita e sviluppo>. Ma a indispettire la Cgil è stato anche il venir meno degli impegni assunti dall’assessore Fera che aveva asserito di voler procedere <ad “accorpamenti” che avessero seguito il criterio della uniformità degli indirizzi e quindi istituti tecnici con istituti tecnici, istituti professionali con professionali>. Detto e non fatto. Nello specifico, sostiene la Cgil, <per la sezione commerciale appartenente al Nautico di Pizzo, non vi era nessuna urgenza o necessità di sganciarla in quanto tale sezione risiede nello stesso edificio del Nautico>. Anche perchè < che senso ha – si chiede la segreteria della Cgil – affidare a due dirigenti scolastici, uno dei quali opera in un diverso e distante comune, una sezione che fa parte dello stesso edificio dove svolge il suo ruolo l’altro dirigente? Come si concilieranno le cose? La popolazione di Pizzo è a conoscenza di questo? Gli organi collegiali e il commissario sono da’accordo?>. Gli interrogativi sono tanti, le risposte difficili. Conseguenziale il no deciso della Cgil che <esprime molti dubbi su questa scelta dannosa che non risponde a nessun criterio volto a favorire la qualità della scuola>. La Cgil contesta anche le scelte operate dal sindaco D’Agostino per le scuole della città perché gli accorpamenti fatti in alcuni casi <non rispondono a nessun criterio oggettivo giustificabile, nemmeno a cercarlo col lanternino>.

Pino BrosioAuthor

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *