Aveva trovato un modo semplicissimo per arrotondare lo stipendio, ma i vertici aziendali se ne sono accorti e per il dipendente, ormai alla soglia della pensione, la cuccagna è finità. Ed è finita in malo modo. Per lui, infatti, è scattata la denuncia per peculato. Un’accusa pesante dalla quale ora dovrà difendersi per dimostrare la propria estraneità ai reati addebitatigli. Protagonista della vicenda un dipendente dell’Azienda sanitaria provinciale, in servizio nell’ufficio ticket della struttura sanitaria nicoterese e del quale non sono state fornite le generalità. L’uomo, in sostanza, incassava le somme versate dagli utenti dei servizi sanitari erogati dai vari ambulatori specialistici, nonché dai laboratori di analisi e radiologia, ma pare si guardasse bene dal versarli per intero. Una parte, quindi, finiva nelle casse aziendali e una parte nelle proprie tasche. Questa, almeno, la verità ricostruita dai vertici dell’Asp e denunciata ai carabinieri della compagnia di Vibo Valentia per l’individuazione del responsabile. La parziale sottrazione delle somme pagate dagli assistiti per le visite specialistiche, stando alle indagini e ai controlli effettuati dall’Azienda, sarebbe cominciata nel 2010 per protrarsi, poi, nel 2011 e, cioè, sino al momento in cui l’Asp, gestita da una commissione straordinaria insediatasi dopo lo scioglimento della stessa per infiltrazioni mafiose, non s’è accorta dell’anomalia esistente nell’ufficio ticket di Nicotera. A fronte della gran mole di lavoro svolta da ambulatori especialistici e laboratori non corrispondeva, infatti, un introito adeguato. Le indagini interne, scattate immediatamente, hanno fatto emergere le evidenti incongruenze contabili per cui i vertici dell’Asp da una parte provvedevano alla sospensione dal servizio del dipendente sospettato e dall’altro, dopo un capillare controllo di bollettari e atti riguardanti l’ufficio riscossione ticket, provvedevano a dare comunicazione all’Arma dei carabinieri. Nuove indagini, nuovi accertamenti, stessi risultati: le somme versate dal dipendente nelle casse dell’azienda non corrispondevano a quelle effettivamente incassate. In più, veniva individuato l’impiegato poco ligio al proprio dovere. Non basta. L’attività investigativa dei militari dell’Arma metteva in rilievo un altro dato che potrebbe comportare responsabilità anche per i vertici aziendali. E’ emerso, infatti, che il dipendenze incriminato per le irregolarità contabili in passato sarebbe stato sanzionato per gli stessi motivi. Anche in quell’occasione, cioè, erano emersi ammanchi nella cassa dell’ufficio ticket. Con una particolarità: il dipendente ritenuto responsabile dei “prelievi” abusivi veniva rimesso al suo posto senza che nei suoi confronti fossero adottati provvedimenti di alcun tipo. Su questo aspetto ora i carabinieri vogliono vederci chiaro. Le indagini, in altre parole, stanno andando avanti e non riguardano solo le irregolarità contabili. Gli investigatori dell’Arma vogliono capire se, quando venne scoperto la prima volta, l’operatore dell’ufficio ticket della struttura sanitaria nicoterese potesse aver usufruito di qualche copertura particolare. Vogliono, quindi accertare se vi siano altri responsabili nella vicenda che vede coinvolto l’impiegato sospettato e accusato di peculato. Nei corridoi del nosocomio nicoterese regna l’assoluto riserbo. I colleghi del dipendente non esprimono alcuna opinione. Non manca chi prova a difenderlo sostenendo che i soldi non versati venivano utilizzati per fronteggiare spese necessarie per mandare avanti la struttura. I carabinieri, in ogni caso, stanno lavorando a 360°. Ricevono, altresì, la massima collaborazione da parte della commissione straordinaria che gestisce l’Asp impegnata nel risanamento dell’azienda il cui bilancio viene ora passato al microscopio con l’obiettivo di eliminare sprechi e abusi.
01marzo
ASP, SCATTA LA DENUNCIA PER PECULATO: il dipendente dell’ufficio ticket dovrà difendersi e dimostrare la propria estraneità ai fatti.
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