Nella sede dell’Asp, quasi tre ore di confronto a viso aperto per sviscerare i problemi della sanità nel capoluogo e sull’intero territorio provinciale. Una partita giocata inizialmente in punta di fioretto e, poi, man mano che il clima si scalda, con un crescendo di botte e risposte che mette a nudo le carenze del sistema sanitario, ma, nel contempo, apre alle possibili soluzioni. Protagonisti, da una parte, il commissario straordinario Pino Giuliano affiancato dal direttore sanitario Matteo Galletta, e, dall’altra, l’ex direttore dell’Asp Rubens Curia e il cardiologo Soccorso Capomolla, responsabile del medical center “Don Mottola di Drapia, entrambi alla guida dell’agguerrita delegazione dei rappresentanti di comitati e associazioni scaturita dall’assemblea convocata lo scorso 11 marzo da Peppe Sarlo, coordinatore di “Ali di Vibonesità”.
Un confronto nel corso del quale sono arrivate tante proposte, ma, com’era facilmente prevedibile, non sono mancate le proteste. Curia comincia a relazionare accendendo i riflettori sui “guai” sanitari del Vibonese Il clima si scalda quando sposta l’attenzione su Serra e sulla Casa di comunità da realizzare all’interno dell’ospedale. Il commissario Giuliano prova a chiarire, ma il suo dire non convince i delegati di Serra. Per sbrogliare la matassa potrebbe essere costituita una apposita cabina di regìa. Il vertice dell’Asp, comunque, non alza il solito muro di gomma. Giuliano si destreggia con abilità dispensando anche dati riguardanti l’attività dell’azienda sanitaria (acquisto di strumentazioni, telemedicina, assunzione di infermieri, reclutamento di medici per Serra e per lo Jazzolino, ecc.) e non resi pubblici per difetto di comunicazione. Informa che Pizzo potrebbe ottenere la realizzazione della Casa di comunità con fondi regionali senza attingere al Pnrr. Scintille anche per quanto riguarda Nicotera.
Il delegato Mimmo Pagano interviene per sollecitare al commissario Giuliano la riapertura del Centro obesità “Carmine Ionadi” e per denunciare ancora una volta, con la necessaria determinazione, il problema della guardia medica che continua a funzionare a singhiozzo. Le risposte non sono negative, ma entrambe le questioni restano aperte. Incisivo anche l’intervento del dottor Capomolla che rimarca la pesante penalizzazione subìta dal Vibonese nell’assegnazione delle quote pro-capite per la spesa sanitaria rispetto al resto della Calabria (1260 euro contro 1620) quantificata in circa 40mln di euro in meno negli ultimi anni. Per risolvere il tutto propone un incontro col commissario Occhiuto. La stretta di mano conclusiva tra i protagonisti del costruttivo dibattito santifica l’avvio della collaborazione tra il palazzo Asp, le associazioni e i comitati. A condizione che dalle parole si passi ai fatti.