Vibonese, gravano sui comuni gli effetti dello spopolamento

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l'intervento di viscomi
l’intervento di viscomi

Il Vibonese e la Calabria chiamati a fare i conti con il calo demografico ed i suoi effetti. Uno spopolarsi progressivo e costante di comuni grandi e piccoli che negli ultimi dieci anni hanno registrato il 30/40% di nascite contro il 60/70% di morti. Cifre spaventose che fanno pensare ad un triste futuro per tutta le regione e che hanno ridotto il 70% degli stessi comuni a non annoverare più di tremila abitanti. Un dato questo che giustifica e stimola la fusione tra i vari enti che da soli non riescono più a fronteggiare le spese e ad offrire servizi. Il quadro preoccupante della situazione abitativa del Vibonese in particolare è venuto fuori da un interessante convegno tenutosi ieri sera nella sala consiliare del Comune, organizzato dal Centro studi nicoterese e avente per titolo “Lo spopolamento del comuni vibonesi: cosa resta per ricominciare”.

maria loscrì
maria loscrì

I lavori, moderati dal giornalista Antonio Montuoro, hanno registrato gli interventi iniziali del commissario straordinario Adolfo Valente, del sindaco di Pizzo Gianluca Callipo e del vescovo, mons. Luigi Renzo. Poi a snocciolare i numeri di un fenomeno che appare inarrestabile ci ha pensato Giovanni Durante, studioso delle problematiche demografiche che interessano la Calabria e l’Italia. Con l’aiuto di slides, cartine e tabelle ha delineato la situazione esistente puntando soprattutto il dito contro la mancanza di politiche dirette alle famiglie e alla crescita dei servizi. Un primo modo per provare a cambiare un’evoluzione negativa è quello di partire dalla tutela delle risorse ambientali e dalla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale. Non a caso la prof.ssa Anna Murmura, presidente di “Archeoclub” di Vibo Valentia ha posto l’accento sui tanti beni sparsi sul territorio vibonese a cominciare dai ruderi di Castel Monardo di Fialdelfia e dalla grotte di Zungri per poi spaziare su tutta la provincia. Maria Loscrì, presidente del club Unesco di Vibo, ha, invece, posto l’attenzione sul rischio scomparsa di 1650 comuni italiani ormai abitati da poche decine di anime e che vanno perdendo scuole, farmacie, servizi postali, presidi di legalità. Illustra, poi, l’attività dell’Unesco e garantisce il massimo impegno affinché <partendo dalle bellezze si possa arrivare a recuperare le rovine>.

gilberto floriani
gilberto floriani

Anche Gilberto Floriani, responsabile del Sistema bibliotecario vibonese, s’è soffermato sui “guai” del territorio provinciale che ha bisogno di veder rifiorire musei, scuole, biblioteche per liberare la gente da quella povertà culturale che frena lo sviluppo. Poi, arrivano le conclusioni affidate al vicepresidente della giunta regionale Antonio Viscomi. Con dire fluido e convincente, ha manifestato soddisfazione per un incontro che <è stato un momento di buona politica perché ha messo in prima linea i cicli storici e non i cicli elettorali come spesso avviene>. Peraltro, per guardare con fiducia al futuro in un territorio che non ha progettualità <non c’è da fare una questione di risorse finanziarie – ha spiegato – perché la Calabria dispone di 10 miliardi cash. Bisogna, invece, avere una visione perché noi non siamo una comunità, abbiamo perso la nostra storia e la nostra identità. Va recuperata la memoria>. Le ragioni per resistere e restare <le dobbiamo trovare in noi stessi. Lavorando tutti assieme si può costruire un Vibonese diverso>.

Pino BrosioAuthor