XXV edizione del premio Berto sulla rampa di lancio. La macchina organizzativa è già da tempo in azione. A curare ogni dettaglio è un comitato promotore costituito dall’associazione culturale “Berto”, della quale fanno parte anche la moglie dello scrittore, Emanuela, e la figlia Antonia, nonché dai Comuni di Ricadi e Mogliano Veneto, dalla Regione Veneto. Il comitato potrà contare sul contributo economico del colorificio San Marco, azienda moglianese legata alla manifestazione sin dall’inizio. Il bando riservato alle opere prime di narrativa italiana è stato già pubblicato e ci sarà la possibilità di presentare le candidature sino al prossimo 31 maggio.
Poi scatterà il lavoro di selezione affidato anche quest’anno ad una giuria che sarà presieduta da Antonio D’Orrico e sarà composta da Cristina Benussi ed Enza Del Tedesco dell’università di Trieste; Giuseppe Lupo, scrittore; Laura Pariani, scrittrice; Stefano Salis, critico e giornalista, nonché dallo scrittore Alessandro Zaccuri. Toccherà loro il non facile compito di scegliere la cinquina dei finalisti. Gli editori italiani interessati potranno candidare solo opere prime di narrativa messe in distribuzione tra l’1 maggio 2016 ed il 31 maggio 2017. Il vincitore, al quale andrà la somma di 5mila euro, sarà proclamato durante la cerimonia conclusiva del premio che, nel rispetto della consolidata alternanza con Ricadi, si terrà l’8 luglio 2017 a Mogliano Veneto, paese natale di Berto.
L’ultima edizione, tenutasi nella villa bertiana “Le pinnate” di Capo Vaticano, è stata vinta da Sergio Baratto con il romanzo “La steppa”, edito da Mondadori. Il premio Berto è stato organizzato per la prima volta nel 1988 su iniziativa di un gruppo di amici, critici illustri come Giancarlo Vigorelli, Michel David e Cesare De Michelis, nonché da scrittori come Dante Troisi e Gaetano Tumiati che con Berto avevano condiviso oltre due anni di prigionia in Texas. Tra i vincitori, poi affermatisi nella letteratura contemporanea, ci sono Paola Capriolo, Michele Mari, Luca Doninelli, Paolo Maurensig, Giuseppe Lupo e Antonia Arslan con “La masseria delle allodole”.