Il Piano nazionale contro la povertà è legge
Il disegno di legge delega n. 2.494 è stato approvato dal Senato: parte il Piano Nazionale contro la Povertà. A comunicarlo è la Fnp Cisl con una nota a firma del segretario nazionale Attilio Rimoldi. Entro sei mesi il governo emanerà i decreti attuativi che permetteranno misure di contrasto alla povertà assoluta ossia. Mette, cioè, radice il cosiddetto Reddito di inclusione che servirà per riordinare le prestazioni di natura assistenziale, rafforzare e coordinare gli interventi dei servizi sociali e garantire in tutto il territorio nazionale i livelli essenziali delle prestazioni. Le misure saranno finanziate con risorse per 4 miliardi di euro (2 miliardi di euro per il 2017 e altrettanti per il 2018). Il sostegno interesserà circa 400 mila nuclei familiari con minori a carico, ovvero un milione e 770 mila cittadini, di cui 800 mila minori e dovrebbe poter garantire un contributo compreso tra i 250 e i 500 euro mensili.
Per beneficiare del sostegno sarà previsto un requisito di durata minima di residenza nel territorio nazionale. È previsto un graduale incremento del beneficio e dell’estensione dei beneficiari, da individuare prioritariamente tra i nuclei familiari con figli minori o con disabilità grave, donne in stato di gravidanza, disoccupati di età superiore a 55 anni.
Alle persone interessate verrà assegnata una carta prepagata sulla quale finirà un importo determinato dall’Isee che non dovrà essere superiore ai 3 mila euro. Tale aiuto scatterà solo con l’adesione del capofamiglia a un progetto personalizzato di attivazione e inclusione sociale e lavorativa predisposta dall’ente locale. L’Inps gestirà l’erogazione dell’assegno e avrà il compito di verificare i requisiti dichiarati dai beneficiari. I Comuni avranno un ruolo fondamentale nella realizzazione dei piani personalizzati di inclusione sociale.