Dal prossimo 2 gennaio riaprirà i battenti l’ufficio del Giudice di Pace oggetto negli ultimi due anni di un incredibile alternarsi di provvedimenti ministeriali di chiusura e riapertura. Il commissario prefettizio Lucia Iannuzzi ed il segretario comunale Vincenzo Calzone, anche nella sua veste di responsabile dell’area tecnica, sono impegnati in una corsa contro il tempo per far sì che alla data prevista gli uffici riaprano al pubblico nelle migliori delle condizioni. E’ stato avviato l’iter per i lavori di ristrutturazione dei locali e il segretario Calzone, con propria determina, ha attivato le procedure di gara. La spesa prevista ammonta a 22.133 euro, iva ed oneri compresi. In particolare, la ditta che si aggiudicherà la gara dovrà provvedere alla tinteggiatura delle pareti, alla pulizia e lucidatura dei pavimenti e dei bagni, nonché alla verifica dell’efficienza degli impianti. L’importo stanziato dovrà essere utilizzato anche per l’acquisto dei computer e di tutto il materiale occorrente per il buon funzionamento degli uffici.
Rimane aperta la questione degli arredi che dopo la chiusura dell’ufficio erano stati consegnati al Tribunale di Vibo Valentia e pare debbano ora rientrare. Responsabile del procedimento è stato nominato l’ing. Carmelo Ciampa. In ogni caso, tutte le spese da sostenere per mantenere attivo l’ufficio del Giudice di Pace dovranno essere sostenute dal Comune di Nicotera col contributo anche dei Comuni di Limbadi e Nicotera che rientrano nell’ambito territoriale di competenza. L’ente nicoterese fornirà anche il personale. Due dipendenti, Domenico Campisi e Antonino Zappia, dopo apposito corso di formazione sostenuto negli uffici del Tribunale di Vibo Valentia, saranno assegnati al nuovo ufficio per curarne la piena funzionalità. Una brutta vicenda che, una volta tanto, sembra destinata a chiudersi in termini positivi per la città. L’odissea era cominciata nel febbraio del 2012 allorchè i Comuni di Nicotera, Limbadi e Joppolo provavano ad opporsi alle volontà ministeriali manifestando pieno dissenso per la ventilata soppressione dell’Ufficio del giudice di Pace, ritenuto un presidio ineliminabile <per il suo ruolo concreto di distribuzione di giustizia effettiva e immediata, nonchè di rappresentanza forte del principio di legalità e dello Stato>.
Cominciava un valzer di provvedimenti contraddittori. Il ministro della Giustizia Orlando, con decreto dell’11 marzo 2014, salvava nel Vibonese gli uffici di Serra e Nicotera. Il 10 novembre successivo tornava sui suoi passi e annullava tutto lasciando aperto il solo ufficio di Vibo. Tutto finito? Manco per sogno. Il 27 maggio 2016 il ministero rivedeva le precedenti scelte e rimetteva in corsa Filadelfia e Nicotera, escludendo Serra. Tale decisione trovava conferma nel decreto n.192, che ripristinava 51 sedi soppresse. Un provvedimento che in qualche misura ha posto rimedio agli scompensi creati da un precedente decreto che in Calabria aveva lasciato in vita solo 13 uffici tagliando completamente fuori le province di Vibo, Catanzaro e Reggio Calabria. La situazione appare ora riequilibrata e i cittadini potranno godere di maggiori riferimenti giudiziari in caso di necessità. Sul territorio calabrese dal prossimo 2 gennaio, oltre a Filadelfia e Nicotera, torneranno ad essere attivi Cariati, Corigliano Calabro, Lungro, Oriolo, San Sosti, San Giovanni in Fiore, Belvedere Marittimo, Cetraro e Siderno. Niente da fare per Serra San Bruno perchè il Comune non avrebbe provveduto a far frequentare il corso di formazione al personale dipendente entro i termini previsti.