Limbadi, una borsa di studio per ricordare Matteo

Tempo di Lettura:2 minuti

Una borsa di studio per ricordare Matteo Vinci, giovane biologo limbadese la cui vita s’è fermata lungo una strada di campagna nel pomeriggio del 9 aprile del 2018. S’è fermata per colpa di una bomba collocata sotto la sua autovettura e fatta esplodere con un comando a distanza <non solo per uccidere – sostiene la mamma di Matteo, Sara Scarpulla, presente nella sala convegni del Comune assieme al marito Francesco Vinci – ma per insegnare ai vivi chi è che detiene il potere>. Su quell’episodio violento restano ancora accesi i riflettori della giustizia così come resta forte e motivato il desiderio di amministrazione comunale, scuola e cittadini di tener ben vivo il ricordo della vittima.

alessandra limardo
alessandra limardo

 

Per farlo al meglio, l’assessore alla Cultura Alessandra Limardo, col pieno supporto dei colleghi di maggioranza e dei docenti della scuola secondaria di primo grado, ha ideato un progetto che vedrà coinvolti tutti gli alunni delle terze classi. Gli stessi, oltre all’incontro di ieri che li ha visti dialogare con il sostituto procuratore generale Marisa Manzini, prenderanno parte ad altri due appuntamenti aventi per tema la legalità per poi raccogliere tutte le loro riflessioni in un elaborato finale. Quello ritenuto più valido da un’apposita commissione sarà premiato con una borsa di studio.

Sul progetto di Alessandra Limardo si poggia il plauso dei presenti all’incontro. <La legalità conviene – afferma l’assessore limbadese alla Cultura – per dare un senso al futuro> e perché <noi vogliamo – aggiunge il primo cittadino Pantaleone Mercuri – che di Limbadi non emerga solo l’aspetto peggiore, ma si parli di un paese normale che, nella lotta tra il bene e il male, vuole che sia lo Stato a vincere>. In sintonia anche il dirigente scolastico Marisa Piro che sottolinea l’importanza del ruolo della Scuola che, in un’epoca in cui si corre il rischio della dissoluzione delle coscienze, è sempre in prima linea a sostegno della legalità nella quotidianità. Poi in cattedra sale Marisa Manzini. Con toni sereni regala ai presenti una “lectio magistralis”. Dialoga soprattutto con gli scolari, spiega loro le sue scelte di vita, li incita a schierarsi dalla parte giusta, risponde a tutte le loro domande. Chiude tra scroscianti applausi cedendo la scena prima alla proiezione di un filmato de “Le Iene” sulla morte di Matteo e, poi, alle commosse e commoventi parole di Sara Scarpulla. Per i ragazzi un giorno diverso, un incontro da ricordare.

Pino BrosioAuthor