Per l’appuntamento con il conferimento della cittadinanza onoraria postuma all’archeologo Achille Solano da parte del Comune di Zungri, l’aula consiliare, nonostante la giornata inclemente, è gremita di persone provenienti da ogni angolo della Calabria. La manifestazione si snoda con sobrietà e a moderare i lavori è lo stesso sindaco zungrese, Francesco Galati. E’ sua la prima efficace sintesi su vita, opere e ricerche legate ad Achille Solano, meglio conosciuto come Lellè. Tutti gli altri interventi, poi, contribuiscono a definire al meglio la figura dell’archeologo nicoterese che, in ogni testimonianza, giganteggia per la sua totale dedizione agli studi archeologici, ma anche per passione politica, attaccamento alla sua terra, grande umanità e, aggiungiamo noi, amore per lo sport che, nel vigore degli anni più belli, lo portava a calpestare i campi di calcio sempre schierato, con la sua divisa nera, a difesa della porta della “Medamea”.
Il sindaco Galati sottolinea, tra l’altro, come la cittadinanza onoraria a Solano sia stata precisa volontà dell’intera collettività zungrese per ricordare lo scopritore delle grotte degli “Sbariati”, l’insediamento rupestre, la città di pietra la cui venuta alla luce, nel 1983, ha notevolmente contribuito alla crescita socio-economico-culturale di Zungri. <Il sito – afferma il primo cittadino zungrese – rappresenta ciò che siamo stati, la nostra storia, la nostra cultura, ma rappresenta anche il nostro futuro. La nostra comunità sarà sempre custode del patrimonio che ci ha lasciato Solano>. Il ricordo dello scopritore degli “Sbariati” viene arricchito dalla testimonianza del vicesindaco di Nicotera, Marco Vecchio, che, a ripercorrere il legame affettivo che lo legava a Lellè e ad esaltarne il carisma e la capacità di coinvolgere nelle sue ricerche, a titolo gratuito, giovani adulti e imprese, fa presente che la toponomastica nicoterese, approvata di recente, gli dedica una delle vie principali della città. Molto apprezzato anche l’intervento di Maurizio Paoletti, docente della Facoltà di archeologia dell’Unical, che, evidenziati i suoi vincoli personali d’amicizia con Solano, ripercorre tutti i momenti più significativi delle sue ricerche, spesso tradotti in saggi pubblicati anche su riviste scientifiche americane. Il pubblico prende parte alla rievocazione di Lellè con gli interventi di chi lo ha conosciuto attraverso le sue innumerevoli pubblicazioni o personalmente.
Significative le testimonianze di Eugenio Sorrentino presidente della Pro loco zungrese, Antonio Montuoro presidente dell’Accademia della dieta mediterranea di Nicotera, Gaetano Osso, dirigente dell’Arpacal, Francesco Antonio Cuteri membro dell’Accademia delle Belle arti di Catanzaro, che ha chiesto l’intitolazione del Centro studi della civiltà rupestre ad Achille Solano. A conclusione dei lavori, la testimonianza più bella arriva dalla figlia Gabriella. Lacrime agli occhi, racconta i momenti più significativi della vita trascorsa a fianco di suo padre e annuncia che tutti gli scritti inediti, le opere, i saggi e i documenti da lui lasciati saranno messi a disposizione di chiunque ne abbia interesse per come lui aveva sempre fatto ritenendo che <la gelosia dello studioso è la mafia della cultura>. La consegna alla moglie Maria Bevilacqua e ai figli Mario e Gabriella della pergamena riportante il conferimento della cittadinanza onoraria, nonché la recita della poesia “I grutti i Zungri” da parte della stessa autrice Margherita Pietropaolo e la consegna ai familiari di un ritratto di Lellè eseguito dall’artista Luigi Di Mari sugellano il successo di una manifestazione che ha il merito di riaccendere i fari su vita e studi dell’ archeologo degli “Sbariati” giustamente entrato nella storia.