Il Tribunale di Vibo presieduto da Giulio De Gregorio, giudici a latere Adriano Cantilena e Violetta Romano, ha assolto Raffaele Muzzupappa, 64 anni, ex direttore dei servizi generali e amministrativi dell’Omnicomprensivo “Bruno Vinci”, dal reato di peculato perché il fatto non sussiste. Assistito e difeso dagli avvocati Guido Contestabile e Domenico Ioppolo, ha vissuto anni da incubo. Il suo calvario era cominciato all’inizio dell’anno scolastico 2013-14 quando, per intervenuto trasferimento a Roma, si preparava a consegnare al collega subentrante tutti i beni mobili dell’istituto. Passaggio che avveniva il 19 ottobre 2013. In tale occasione, il dirigente scolastico Marisa Piro, insediatosi all’inizio di quello stesso anno scolastico alla guida dell’Omnicomprensivo, contestava al Muzzupappa un consistente ammanco di beni tra cui due tavoli per computer, un notebook Toshiba, quattro sonde, quattro palmari, quattordici sensori di vario tipo, una termocoppia, due calorimetri e una fase di crescita della rana. Tutti beni di cui il segretario era consegnatario, ma non affidatario. Il 24 febbraio 2014, per l’ammanco riscontrato, il dirigente scolastico sporgeva regolare denuncia ai Carabinieri contro ignoti precisando che il consegnatario dei beni mancanti era Raffaele Muzzupappa. Scattavano le indagini.
A Roma, otto militari dell’Arma lo raggiungevano all’alba nella sua abitazione. Dalla perquisizione personale passavano a quella dell’auto e dell’alloggio e, quindi, della sede di servizio. Non veniva trovato nessun elemento utile alle indagini. Peraltro, l’Usr, con lettera del 13.5.2014, a conclusione di indagine ispettiva affidata al dsga Giovanni Procopio, scagionava Antonino Muzzupappa, dirigente reggente del “Vinci”, da ogni responsabilità anche perché accertava che il nuovo dirigente scolastico Piro, il 31 agosto 2013, aveva disposto l’apertura del Classico per il giorno successivo, 1 settembre, pur essendo domenica e, quindi, quando ancora risultava in servizio a Mileto. <L’ingresso a scuola senza l’invito del dsga – scrive l’Usr – ha privato lo stesso delle proprie funzioni di conduzione quali quelle di vigilare sui beni della scuola…>. La situazione del Muzzupappa, comunque, dal 2015 si aggravava. Da indagato passava a imputato e dal 6 settembre 2016 veniva sospeso dal servizio e messo nell’impossibilità di percepire lo stipendio e di andare in pensione. <Ho sempre avuto fiducia nella giustizia – afferma il dsga assolto – e l’esito della lite non poteva essere diverso. Non nascondo, peraltro, di aver subito devastazioni sul piano materiale, morale, giuridico ed economico per cui chiusa questa pagina se ne aprirà un’altra per l’indennizzo del grave pregiudizio subìto>.