Il presidente della giunta regionale Mario Oliverio taglia il nastro e il Centro diurno per bambini autistici diventa realtà. Un giorno di festa per le famiglie, per l’Azienda sanitaria che ha saputo recuperare un vecchio finanziamento dato per perso, per la Calabria che, finalmente, offre un punto di riferimento ai tanti genitori sino ad oggi lasciati soli nella loro quotidiana battaglia contro un problema non facile da gestire. Un giorno di festa soprattutto per il Vibonese che, grazie alla caparbietà del direttore generale dell’Asp Angela Caligiuri pronta sin dal primo giorno ad aprire le porte alle istanze delle famiglie e delle associazioni, diventa improvvisamente il territorio capofila nel trattamento dell’autismo. Oggi sono a disposizione dei bambini autistici dodici posti di assistenza residenziale e dieci di assistenza semiresindenziale. In totale ventidue posti ai quali vanno ad aggiungersi i venti del Centro diurno nicoterese. Decisamente un salto in avanti che fa dell’Asp di Vibo un modello da emulare in tutta le regione e anche oltre. Di certo le cose da fare sono ancora tante (accreditamento del Centro, modifica normativa esistente per rendere la struttura fruibile anche ai soggetti autistici maggiorenni, ecc.). Intanto, si comincia. Per tre anni – questa la durata prevista del progetto – si potrà lavorare, acquisire esperienza, elaborare nuove strategie. Poi, se la semina sarà stata produttiva, magari la politica ne prenderà atto e non spezzerà un sogno. Tagliato il nastro, la cerimonia d’inaugurazione va avanti in scioltezza.
Il parroco don Francesco Vardè impartisce la benedizione e il dottor Bruno Risoleo guida il governatore Oliverio, il consigliere regionale Michele Mirabello, i genitori e tutte le autorità presenti alla scoperta del significato e dei contenuti del progetto sull’autismo. Spiega la dislocazione del servizio e l’utilizzo che si farà delle attrezzature acquistate e messe a disposizione dall’Associazione nazionale genitori soggetti autistici (Angsa). Poi, Nazzareno Fedele, addetto stampa dell’Asp, introduce la serie di interventi tanto brevi quanto costruttivi. <Questo progetto – esordisce il direttore generale dell’Asp Angela Caligiuri – affonda le radici in anni lontani. Abbiamo recuperato un finanziamento non utilizzato e lo abbiamo destinato a questo Centro che abbiamo fortemente voluto assieme ai genitori. Sul territorio – aggiunge – ci sono 59 casi di bambini autistici. Qui troveranno posto in venti, ma abbiamo già richieste per 28. E sia ben chiara una cosa: questo di oggi non è un traguardo, bensì un punto di partenza. Dobbiamo dare ad ogni bambino la giusta terapia. Non possiamo generalizzare perché ognuno di loro ha un proprio percorso individualizzato. Sono tutti diversi e noi dobbiamo lavorare per arrivare a una diagnosi precoce>.
Soddisfatto anche Michele Mirabello. <Questa – dice – è una bellissima giornata che dà significato alla militanza nelle istituzioni. Il nostro obiettivo è quello di creare un Centro che con continuità dia risposte alle tante esigenze. Peraltro – prosegue – questa iniziativa conferisce un significato anche a questa struttura ospedaliera che possiamo riempire di contenuti potenziando la medicina sul territorio>. A dare il loro contributo di idee intervengono anche il commissario straordinario del Comune Nicola Auricchio, il dottor Risoleo, la dott.ssa Angela Vinci, responsabile dell’associazione Prometeus, l’ing. Giovanni Marino presidente regione dell’Angsa, Mary Naso e Caterina Vecchio (Angsa). A chiudere interviene Oliverio. Loda il lavoro dell’Asp e l’impegno delle famiglie, manifesta apprezzamento per l’iniziativa, traccia il percorso da seguire per il futuro e l’obiettivo da raggiungere che deve essere quello di creare una cittadella della salute con servizi d’eccellenza. Punta il dito contro il commissariamento della Sanità rivelatosi, dopo sette anni, del tutto improduttivo e dannoso. Poi chiude con le parole che tutti s’aspettano. <Sono d’accordo con Angela Caligiuri – sottolinea – e confermo che questo dev’essere un punto di partenza per una struttura che deve diventare sempre più qualificata. Promuoverò subito un incontro per avviare tutti gli atti necessari per accelerare l’approvazione della legge 134, definire un piano di servizi per l’autismo in Calabria partendo dal modello Vibo, creare un gruppo di lavoro che coinvolga le famiglie. Si può fare tanto, basta partire dalla realtà>. Con l’attivazione del Centro per l’autismo riprende vita l’intera struttura ospedaliera, che, nonostante i tanti lustri trascorsi dalla sua realizzazione, si presenta integra all’interno e con poche “rughe” all’esterno. Genitori, medici, politici guardano lontano. Quasi con pudore cullano un sogno: la nascita di un reparto di neuropsichiatria infantile a completamento del percorso avviato ieri mattina. Un’iniziativa del genere, magari associata al rilancio del progetto Centro obesità-reparto cura malattie del metabolismo (diabete, celiachia, anoressia, ecc.) significherebbe fare di Nicotera un punto specialistico d’eccellenza per la Calabria e per il Meridione. Secondo un proverbio africano <se si sogna da soli, è solo un sogno; se si sogna insieme, è la realtà che comincia>. Ieri a sognare erano in tanti.
L’avvio delle attività del Centro per l’autismo va ascritto anche e soprattutto a merito dei genitori. A portare la loro voce nella cerimonia di ieri è stata Caterina Vecchio. Parole accorate le sue per esprimere sollievo e contentezza, ma anche gratitudine all’Asp, alla Regione e a tutti coloro che hanno dimostrato grande sensibilità e fattiva collaborazione per la soluzione dei problemi che pure non sono mancati.
<L’Angsa di Vibo Valentia – ha esordito Caterina Vecchio – si è costituita legalmente solo 18 mesi fa e da subito si è prefissata l’obiettivo di trovare per i nostri ragazzi un locale dignitoso in cui potessero svolgere il loro percorso terapeutico. Ci siamo adoperati fin da subito per riesumare questo progetto su Nicotera, destinato a 20 minori affetti da Disturbo dello Spettro Autistico, nato anni fa dalla sensibilità e dalla volontà sanitaria di intercettare i bisogni dei soggetti autistici e delle loro famiglie, impossibilitate a far fronte economicamente ai costi delle terapie di riabilitazione, ma rimasto per 15 anni chiuso in un cassetto. Oggi siamo molto contenti perché come Associazione siamo riusciti a realizzare un piccolo-grande traguardo perché finalmente abbiamo un ambiente dignitoso, operatori qualificati e di alto livello che riescano ad aiutare i nostri ragazzi ad acquisire le autonomie necessarie nella loro quotidianità. Il nostro incontro – ha continuato – sostenuti dal supporto fondamentale del dottore Bruno Risoleo, responsabile della Neuropsichiatria Infantile di Vibo Valentia, con un’altra donna speciale, ha fatto scattare l’alchimia giusta e ha portato di fatto alla cerimonia odierna. Vogliamo innanzitutto ringraziare della realizzazione di questo progetto – ha proseguito – la dott.ssa Angela Caligiuri, direttore generale dell’Asp, sempre attenta e solerte e tutti i suoi collaboratori, che hanno accolto le nostre domande e hanno dato corpo alle nostre richieste. Un Grazie di cuore al dottor Prenesti e a tutti i dipendenti di questo presidio che ci hanno accolti a braccia aperte e supportati in tutto>. Caterina Vecchio ha rivolto, quindi, i suoi ringraziamenti ai vertici istituzionali <che da noi genitori sono considerati i nostri angeli custodi, per la sensibilità e l’attenzione dimostrateci> e non ha nascosto la sua emozione <nel pensare che queste stanze, finalmente, ospiteranno i nostri figli. Questo centro significa speranza e sollievo per tante famiglie. Noi oggi vogliamo dare un segnale, anche alla comunità di Nicotera, che da oggi ci ospiterà, e cioè che i disabili hanno tante potenzialità e questa struttura può rappresentare per questa cittadina un’opportunità di crescita sociale, culturale e perché no, economica>.
La vicepresidente dell’Angsa ha concluso sottolineando un problema alquanto serio e del quale lo stesso governatore Mario Oliverio ha preso atto garantendo il suo intervento. <La gioia di questo momento – ha asserito – è però velata di tristezza: il nostro cuore è vicino ai tanti Andrea, Valentina, Rachele, Nicola, Raffaele, che, colpevoli di aver compiuto 18 anni, pagano lo scotto delle lentezze burocratiche ed ora non possono usufruire di questo servizio. A loro e alle loro famiglie oggi si devono dare delle risposte. Oggi abbiamo piantato un seme che dovrà far crescere qualcosa di duraturo, e la politica, anche in periodi difficili può e deve assolvere il suo compito più nobile, pensare cioè alle persone fragili. La politica quando è una buona politica riesce a realizzare questi progetti, a dare risposte tangibili perché questo centro diventi un centro accreditato non solo per 20 minori, ma anche per tutti i ragazzi autistici ormai maggiorenni>.