La Corte dei Conti lo condanna, ma Vittorio Bianco, da un paio di lustri segretario del Comune, non ci sta e si prepara a proporre appello. Non solo non si ritiene responsabile di quanto gli viene addebitato, ma è convinto, soprattutto, di non aver arrecato alcun danno all’erario. L’organo di giustizia contabile, con la recente sentenza n. 251/2017, gli impone, in effetti, di pagare la somma di 20mila euro. Lo giudica, infatti, responsabile di aver adottato, nelle sua qualità di segretario comunale, alcune determine di liquidazione relative alla concessione dell’assegno per il nucleo familiare <attestando in modo non veritiero le conformità del valore Ise>. A promuovere l’intervento della Corte dei Conti, sezione giurisdizionale Calabria, era stata un’informativa della Guardia di finanza di Tropea, che a seguito di capillari verifiche, segnalava una serie di <posizioni irregolari> verificatesi tra il 2010 ed il 2012 e relative a soggetti ai quali l’Inps aveva erogato l’assegno senza che gli stessi interessati fossero in possesso dei requisiti necessari. Vittorio Bianco chiarisce ogni cosa. <La vicenda – esordisce – risale al 2010 allorchè l’ente era gestito da un commissario prefettizio. La Gdf effettuava dei controlli sulla veridicità delle dichiarazioni rese dai cittadini aventi diritto all’assegno per il nucleo familiare. Venivano individuate alcune pratiche – prosegue – non regolari in quanto risultava che gli interessati non avevano diritto all’assegno in base al reddito posseduto>. Il segretario, preso atto della situazione, avviava una serie di controlli interni per capire cosa avesse determinato gli errori.
<Emergeva – spiega Bianco – che gli addetti alle compilazioni delle domande facevano i conteggi utilizzando il sistema applicativo messo a disposizione dall’Inps. Succedeva, però, che inserendo il coefficiente Isee con la virgola (per esempio: 2,50) anziché col punto (2.50) il risultato cambiava. Inserendo il coefficiente con la virgola il sistema dava l’ok per la liquidazione, inserendo il punto lo negava. L’operatrice non si accorgeva di tutto questo. Un errore prettamente materiale e in piena buona fede>. Definiti immediatamente tutti gli errori <ci siamo attivati – sottolinea il segretario comunale – per il recupero delle somme liquidate. Recupero avvenuto al 90% il che esclude il danno erariale>. Nonostante tutte le spiegazioni rese, la Corte dei Conti non riteneva opportuno prenderne atto <il che ci obbliga – conclude Vittorio Bianco – a ricorrere in appello anche perché non possono chiedere la restituzione delle somme tanto a me che ai cittadini interessati>. Il sindaco Pino Morello, naturalmente, non perde l’occasione per stigmatizzare l’enfasi con cui è stata data la notizia e per ribadire <piena solidarietà e vicinanza al segretario Bianco, valoroso ed integerrimo funzionario>.