Dall’1 al 4 agosto scorsi una delegazione di dirigenti sindacali della Flai Cgil Calabria ha scarpinato e sudato sotto il sole della Puglia per partecipare alla campagna nazionale “Ancora in campo” organizzata dalla Flai Cgil. Per quattro giorni, hanno percorso in lungo e in largo il territorio della provincia di Barletta-Andria-Trani sul quale, di questi tempi, si muovono, dall’alba al tramonto, schiere di lavoratori, per lo più senza tutele, tutti impegnati nella raccolta di uve, pomodori e pesche in cambio di quei pochi euro comunque indispensabili per mantenere in piedi la baracca familiare. Un duro impatto con la realtà che ha consentito alla “Brigata del lavoro” calabrese di capire a fondo le differenze tra parole e fatti, nonché di maturare un’esperienza unica da utilizzare come filo conduttore per nuove riflessioni e nuove iniziative legislative di contrasto al caporalato.
Una lotta di resistenza agli squilibri sociali e alle ingiustizie che Bruno Costa, segretario generale della Flai-Cgil Calabria; Battista Platì segretario Flai Vibo; Rinaldo Tedesco, membro della segreteria Flai di Vibo; Nicola Rodi, segretario Flai Reggio Calabria, e Debora Franco, componente segreteria Flai Reggio Calabria, hanno vissuto sul campo a contatto con gli “schiavi” del pomodoro per ascoltare le loro testimonianze e mettere insieme suggerimenti, denunce, lamentele di un mondo senza diritti. La “brigata” calabrese, operando a fianco di quella pugliese, è entrata in contatto con gli “eroi” delle campagne di raccolta fornendo loro tutte le informazioni possibili su contratti e loro applicazioni, novità legislative, disoccupazione, assegni familiari e contributi.
«Un’azione la nostra – ha sottolineato Battista Platì – che ha inteso porre l’attenzione sulle grandi campagne di raccolta ed intensificare l’impegno dove forte è l’emergenza, affinché si possano cominciare a concretizzare alcune buone pratiche sul collocamento e sul trasporto dei lavoratori, ma anche di pressione nei confronti delle istituzioni>. Propositi questi condivisi anche da Bruno Costa. <E’ da iniziative come queste – ha spiegato – che è nata la battaglia che ha portato alla definizione della Legge 199 contro il caporalato. Siamo un sindacato che intende andare lì dove esistono i problemi e disagi per meglio comprendere e superare le criticità e migliorare le condizioni di vita di centinaia di cittadini e lavoratori». Costa esalta l’esperienza vissuta ad Andria che <ti restituisce – dice – la voglia di scoprire, capire, chiedere, avere notizie di realtà che sembrano uguali, ma non lo sono>. In sostanza, il percorso di emancipazione dei lavoratori agricoli è lungo, ma già ben avviato.