In fiamme discariche di pneumatici ed eternit. D’Agostino (Forum Associazioni Vibo): Seri rischi per la salute

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 Prima i pneumatici bruciati in riva al mare, poi la discarica di eternit data alle fiamme in cima alla collina di Badia. Ce n’è a sufficienza per non dormire sonni tranquilli e per puntare il dito contro le autorità competenti troppo lente nell’intervenire. Tanto nell’uno che nell’altro caso, infatti, da tempo cittadini e associazioni hanno lanciato l’allarme invocando la tempestiva soluzione dei problemi. Risposte concrete zero. In realtà, i giovani dell’associazione “AbraCalabria” avevano già denunciato alla polizia municipale ed ai carabinieri la presenza di una imponente discarica di eternit in località “Campia”, a poca distanza dall’abitato di Badia. Avevano anche paventato seri rischi per la salute della popolazione. I fatti, ora, danno loro ragione. Sulla questione interviene anche l’ing. Tonino D’Agostino, dirigente del Forum della associazioni vibonese, nonchè nicoterese purosangue.

  <Al pericolo della diossina sprigionata venerdì insieme alla nube tossica che ha invaso la spiaggia e le case degli abitanti di Marina – sottolinea – si aggiunge ora quello delle fibre di amianto aerodisperse per essere andata a fuoco un discarica abusiva contenente, secondo alcune stime, circa una tonnellata di lastre di eternit. Urge – aggiunge – che l’Asp, attraverso l’Arpacal, avvii un immediato campionamento dell’aria e del suolo interessati dall’evento>. La sua sollecitazione è dettata dal fatto che <le fibre di amianto, per le loro dimensioni microscopiche (qualche unità di micron), si fissano negli alveoli polmonari dando luogo a uno dei più pericolosi tumori, il mesotelioma pleurico, che, a casale Monferrato, dove la fabbrica di lastre eternit ha operato sino al 1986, provocò circa mille vittime>. Peraltro, <le fibre – prosegue – rimangono sospese in aria a lungo e vengono trasportate dal vento anche per grandi distanze prima di depositarsi. L’amianto, una volta disperso nell’ambiente, tenderà a rimanervi, pressoché inalterato, per tempi molto lunghi>. Da qui, l’urgenza di varare adeguate misure precauzionali <dirette – rimarca D’Agostino – soprattutto ai coltivatori della zona e, nel contempo, avviare un monitoraggio dell’area al fine di tenerla sotto controllo>.

L’auspicio è che <gli enti citati – conclude il dirigente del Forum delle associazioni di Vibo – provvedano a ciò al più presto, restituendo un minimo di tranquillità ai cittadini che in questi giorni stanno vivendo ore di grave ansia per la propria salute>. In verità, la commissione straordinaria, nello scorso mese di aprile, aveva già disposto la bonifica della discarica di località Campìa che, però, tarda ancora a partire. Va da sé che sanare una zona soggetta alla presenza di lastre di eternit non è cosa semplice. Ci sono dei tempi tecnici per portare avanti l’iter burocratico e, non potendosi affidare al fai da te, è opportuno rivolgersi ad una ditta non solo specializzata nella rimozione, raccolta e bonifica, ma anche autorizzata allo smaltimento ed al trasporto. E in giro non è che ce ne siamo tante. Amianto a parte, merita la giusta attenzione anche il problema dei copertoni d’auto che, assieme ad ingombranti di ogni tipo, si ammassano da anni sul litorale pietroso della “Praicciola” a Nord dell’abitato di Nicotera Marina.

Non è la prima volta, infatti, che qualcuno si diverte a bruciarli facendo levare nuvoloni neri che, poi, sospinti dal vento, vanno ad investire il centro abitato. Evidentemente c’è chi ancora utilizza fiumi, torrenti e mare come discariche con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. La “Praicciola”, in effetti, non è zona facilmente raggiungibile per cui un eventuale progetto mirato alla sua bonifica, con raccolta e trasporto del materiale depositato sugli scogli, dovrebbe prevedere il recupero di pneumatici e ingombranti via mare. Da aggiungere che da anni si parla anche di illuminare la scogliera a Nord del lido “Medameo” senza che, però, si approdi a qualcosa di concreto. In realtà, la spesa, con le moderne tecniche a disposizione, ammonterebbe a poche centinaia di euro, ma i risultati sarebbero di sicuro impatto soprattutto per turisti e residenti.

Pino BrosioAuthor