Mileto in piazza per condannare la violenza

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La città onora Francesco Lamberti Prestia. Lo fa con una fiaccolata senza precedenti che gli amici del ragazzo hanno organizzato nei dettagli. Le 21 sono ancora lontane quando in piazza Badia, punto di raduno, cominciano ad arrivare i primi gruppi di giovani, le prime associazioni. Cominciano a srotolare striscioni e ad alzare cartelloni. Su uno campeggia la foto di Francesco. Il modo più visibile per esternare dolore, rabbia, amarezza. Per dire a Francesco, vittima inconsapevole della cultura della violenza, che, salendo in cielo, ha lasciato un vuoto senza fine. A poco a poco, arrivano la polizia municipale, i carabinieri, i cittadini, gli amministratori.

In tanti provengono anche dai paesi vicini perché il messaggio che circola in queste ore è che la rinascita del comprensorio passa, anche e soprattutto, attraverso testimonianze di solidarietà collettive. Bisogna far fronte comune. E Mileto scende in piazza perchè vuole partecipare, vuole reagire, mandare un segnale forte ai seminatori di violenze. La città è stanca di subire, è stanca di vivere nella paura. Alle 21 la piazza è già affollata. Arrivano anche don Salvatore Cugliari, parroco della chiesa di Badia, Don Mimmo Di Carlo, parroco della cattedrale, e don Francesco Sicari, parroco di Paravati. La commozione è totale quando si fanno largo tra la gente tutti i familiari del ragazzo scomparso. Sul loro volto i segni dell’atroce sofferenza. Si mettono alla testa del corteo che, lentamente si dirige verso la Cattedrale. Strada facendo la partecipazione aumenta.

Un fiume umano che si muove verso la chiesa sul cui sagrato ad aspettare c’è il vescovo, mons. Luigi Renzo ieri sera più che mai punto di riferimento di una comunità smarrita. Comincia la veglia. Sono momenti di grande commozione. Le lacrime rigano anche il volto dei più giovani. Le preghiere solcano l’aria. Si voleva una risposta forte, una reazione convinta all’arroganza figlia della mancanza di valori. E la risposta è arrivata. La città fa suo il dolore dei familiari della giovane vittima. Francesco diventa figlio, fratello, amico di tutti. Oggi pomeriggio ancora tutti insieme per accompagnare il sedicenne all’ultima dimora.

Pino BrosioAuthor