Per offrire ai turisti spiagge pulite e accoglienti, più che le parole valgono i fatti. A testimoniarlo è Legambiente che sino al prossimo 11 giugno provvederà, col contributo di tutti i volontari e delle scuole, a ripulire gli arenili calabresi. L’iniziativa ha già preso il via a Vibo Marina ed ha visto impegnati anche gli alunni del comprensivo “Garibaldi-Buccarelli” ed il Comune di Vibo. Gli altri appuntamenti sono previsti oggi a Cariati, Petilia Policastro, Isola Capo Rizzuto, Gizzeria. A seguire Catanzaro Marina (31 maggio), Roccella Jonica (4 giugno) e Belvedere Marittimo (11 giugno). A Ricadi i volontari e i soci del circolo di Legambiente entreranno in azione il 6 giugno sulle spiagge di Formicoli e Scalea di Santa Domenica. Vi prenderanno parte anche gli scolari del Comprensivo, il personale della Capitaneria di porto di Vibo Marina e tutte le associazioni presenti sul territorio. Legambiente rinnova, quindi, una tradizione che in passato ha toccato altre località calabresi a cominciare da Nicotera.
In realtà, situazioni critiche sono state individuate su molte spiagge italiane. Un’indagine condotta da Legambiente su 62 spiagge della Penisola, per una superficie di oltre 200mila metri quadrati, ha consentito il recupero di circa 670 rifiuti per ogni cento metri lineari di spiaggia. I dati diffusi dall’associazione ambientalista non hanno bisogno di commenti. La plastica si conferma il materiale più trovato (84% degli oggetti rinvenuti), seguita da vetro/ceramica (4,4%), metallo (4%), carta e cartone (3%). Per quanto riguarda gli oggetti più trovati sulle 62 spiagge italiane: quest’anno al primo posto ci sono le reti per la coltivazione dei mitili (11%). L’80% di queste è stato registrato nella sola spiaggia pugliese di Isola Varano, nel comune di Ischitella.
Al secondo posto svettano in classifica tappi e coperchi (9,6%) e al terzo posto frammenti di oggetti fatti di plastica (9,3%) minori di 50 cm. Seguono nella top ten i mozziconi di sigaretta (8,5%), le bottiglie e i contenitori di plastica per bevande (7,7%), i cotton fioc (6,1%); ed ancora stoviglie usa getta (4,4%), polistirolo (4,4%), bottiglie e contenitori di plastica non per bevande (2,9%) e altri oggetti di plastica (2,8%). Posto di rilievo anche per sacchetti di plastica, shopper e buste, che rappresentano l’undicesimo oggetto più frequente sulle spiagge italiane (il 2%). Interessante sottolineare infine come il 64% dei rifiuti spiaggiati è stato concepito e creato per essere usa e getta. A far dilagare lo sporco sugli arenili contribuirebbero in maniera determinante cattiva gestione dei rifiuti urbani (49%), pesca e acquacoltura (14%) e mancata depurazione (7%