I proprietari delle strutture amovibili degli stabilimenti balneari, anche se il Comune non ha ancora approvato il piano spiaggia, possono mantenere l’apertura delle stesse per tutto l’anno purché in possesso dei requisiti necessari. A renderlo noto è l’associazione Cna sezione Balneatori di Vibo Valentia il cui coordinatore provinciale, Roberto Incoronato, non nasconde la propria soddisfazione per la scelta fatta dal consiglio regionale nella seduta dello scorso 28 marzo con l’approvazione della proposta di legge n.190/10 a firma del consigliere regionale Alessandro Nicolò. Una boccata d’ossigeno che riguarda l’intero litorale tirrenico calabrese. Potrebbero così fiorire una serie di attività invernali (pizzerie, ristoranti, intrattenimento, ecc.) utili al rilancio economico e occupazionale di un comparto in chiara difficoltà. Nel testo della legge vengono elencate tutti i requisiti che le strutture devono avere per poter rimanere attive tutto l’anno. In primis, è necessario, che lo stato dei luoghi abbia tutte le condizioni necessarie per prolungare l’esercizio. Il concessionario si deve, poi, impegnare a gestire l’attività economica. E su questo non ci sono né dubbi. Nessuno avanzerebbe richiesta di proroga dell’attività in assenza di stimoli e vantaggi. C’è, poi, una condizione importante con la quale fare i conti: i concessionari devono essere in regola col pagamento del canone e dell’addizionale regionale.
Altro punto importante è che non debbono essere occupate aree del demanio né devono essere apportate innovazioni ai locali. Gli interessati, tra l’altro, devono acquisire tutti i pareri e le autorizzazioni necessari per il mantenimento in attività per tutto l’anno delle strutture a carattere stagionale. Un iter questo che, stando alla legge, si conclude con l’acquisizione del parere vincolante del competente dipartimento regionale. C’è, infine, un altro aspetto da tener presente. La concessione può essere revocata dal Comune, senza che da ciò derivi il diritto ad indennizzo a favore del titolare della struttura, qualora nel piano spiaggia approvato dall’ente emergano contrasti di natura urbanista con la struttura stessa. Insomma, il percorso non è semplice, ma nemmeno impossibile. La novità, a parere di Roberto Incoronato, <apre le porte alla meglio conosciuta “destagionalizzazione” in quanto dà concreta possibilità a chi volesse fare impresa balneare anche nei periodi “morti” di offrire servizi e intrattenimento anche per gli ospiti che frequentano la regione nei periodi invernali>.