Le disavventure giudiziarie sfociate nei giorni scorsi nel sequestro della fondazione “Pro diversamente abili onlus”, con provvedimento esteso anche a struttura e mezzi della Casa di cura di Jonadi, non ha colto di sorpresa la coordinatrice provinciale della Uiltucs, Valeria Giovanna Barbuto, né il segretario della Uiltemp, Luca Muzzupappa. Entrambi si dichiarano amareggiati per quanto accaduto, ma, poiché da anni seguono da vicino la vertenza delle lavoratrici della Casa di cura, sottolineano le ripetute contestazioni indirizzate all’amministratore delegato <per le modalità con cui si svolgevano i rapporti di lavoro sia a livello di inquadramento sia a livello retributivo>. Una gestione, quindi, che dava adito a malumori continui anche perché, oltre ai problemi evidenziati, emergevano carenze nelle condizioni in cui si operava e nell’assistenza agli anziani ospiti. Condizioni alle quali, a parere di Barbuto e Muzzupappa, <le operatrici cercavano di sopperire con abnegazione, facendo del loro meglio per far stare bene persone che avevano e hanno bisogno di una giusta e dignitosa assistenza>.
I due esponenti della Uil, peraltro, si soffermano sull’estate del 2014, quando ai lavoratori in stato di agitazione perché lamentavano questioni retributive, carichi di lavoro assurdi ed espletamento di mansioni spettanti a personale specializzato, l’amministrazione della struttura opponeva un muro di <assoluta indifferenza>. Una situazione incresciosa che spingeva gli interessati a ripetuti sit-in davanti ai cancelli della Casa di cura. Proteste che finivano col registrare anche la solidarietà dei familiari degli assistiti consapevoli delle difficoltà in cui operava il personale. Veniva meno, secondo i due sindacalisti, il confronto responsabile e non approdavano ad alcun risultato gli incontri in Prefettura e le sanzioni comminate dall’Ispettorato del lavoro. La dirigenza non mutava atteggiamento, anzi scattavano una serie di licenziamenti che le dipendenti, sostenute da Uiltucs e Uiltemp, impugnavano immediatamente affidandosi all’avv. Paolo Fuduli. A seguito di accordo ratificato davanti al Giudice del lavoro, alcune lavoratrici sono state subito riassunte. Per le altre, invece, è in corso l’iter processuale. In ogni caso, Barbuto e Muzzupappa un interrogativo continuano a porselo: che fine hanno fatto i soldi destinati alle operatrici della struttura?