Legalità economica, lavoro, impresa. Se n’è parlato all’Università dell’antimafia, nel corso di un seminario rivolto a docenti, forze dell’ordine e pubblici amministratori e che ha avuto come relatori di sicuro spessore Francesco Napoli, presidente della Confapi Calabria; Marisa Manzini, procuratore aggiunto di Cosenza, e Giorgio Benvenuto ex segretario nazionale della Uil. Presente, oltre ai sindaci Pino Morello, Carmine Carpino (Malito) e Giuseppe Certomà (Roccella), anche il prefetto Giuseppe Longo. Consapevole delle difficoltà che attanagliano il Vibonese, ha auspicato la collaborazione di istituzioni e cittadini, garantendo il massimo impegno per assicurare una presenza costante e concreta dello Stato sul territorio. Il seminario, coordinato da Adriana Musella, presidente di Riferimenti, in collaborazione con Maria Rosaria Russo, dirigente scolastico dell’Istituto Piria di Rosarno, è entrato subito nel vivo con l’apprezzato intervento di Francesco Napoli.
Dopo aver elogiato il ruolo della dirigente Russo promotrice di una rivoluzione culturale nella Piana e dintorni, nonché quello della Musella capace di far crescere la pianta della legalità in una zona difficile, ha puntato il dito contro la classe dirigente <più interessata agli equilibri personali che allo sviluppo del territorio, mentre altrove si parla un altro linguaggio>. Ha lamentato la scomparsa della parola Sud dai tavoli istituzionali sostenendo che per dare un futuro alla Calabria occorre eliminare gli svantaggi esistenti puntando su messaggi forti di legalità da veicolare ai giovani.
Efficace anche l’intervento della dirigente scolastica Maria Rosaria Russo che ha sintetizzato la sua esperienza a Rosarno. Una città che sta cambiando pelle grazie alla rivoluzione culturale partita dalle scuole negli ultimi dieci anni. <La scuola – ha sostenuto – sta lavorando per diffondere la cultura dell’impresa. Tutti i terreni confiscati sono stati assegnati al Piria. Sugli stessi viene prodotto l’olio della legalità, mentre grossa attenzione è riservata all’agroalimentare. Fra un paio di giorni saremo a Roma ospiti del ministero dell’Interno. Lavoriamo per costituire cooperative di giovani e immigrati con l’obiettivo di sottrarre manodopera alla criminalità e limitare il caporalato. Da noi la speranza è diventata azione rivoluzionaria. Tutto passa dalla supervisione delle forze dell’ordine, procura, prefettura, che ci stanno aiutando. Vogliamo che tutti possano scegliere liberamente da che parte stare. Questa è rivoluzione>. Poi, a calamitare l’attenzione è Marisa Manzini alla quale Adriana Musella manifesta piena solidarietà di Riferimenti per la <vergognosa sentenza> della “Black money”.
La sua ricetta per battere la criminalità mette al centro l’associazionismo tra imprese e mette in guardia tutti dall’insidia della ‘ndrangheta <che si propone – rimarca – come impresa in grado di garantire la sicurezza> utilizzando gli strumenti ad essa congeniali. Solo facendo fronte comune le imprese possono arginare il fenomeno ed evitare la distorsione dell’economia. La Manzini sottolinea il paradosso delle attività sane che chiedono sicurezza alla criminalità organizzata finendo col rimanere impigliate nella sua rete. Affronta anche il tema del caporalato soffermandosi sulla legge 199/2016 che prevede responsabilità anche per i datori di lavoro e si sofferma sulla questione migranti che si riflette sulle iniziative economiche mediante il fenomeno del lavoro nero. Per il procuratore aggiunto di Cosenza <occorre affermare i diritti della persona contro la logica del profitto che va perseguìta e non deve prevalere>.
A chiudere i lavori è Giorgio Benvenuto, una lectio magistralis che l’ottantenne ex sindacalista impartisce spaziando a tutto campo sui temi dell’economia. Dopo essersi soffermato sugli anni caldi della storia italiana, ha sostenuto la necessità di iniziative incisive per preparare una società diversa. Basta vivere alla giornata, basta stagnazione, basta piagnistei. Non è sufficiente reagire e denunciare. Occorrono anche idee, capacità progettuali, rispetto dei diritti e delle persone, valorizzazione del lavoro. L’ex leader sindacale critica i voucher, auspica un diverso rapporto tra sindacato e datori di lavoro per aumentare la produttività e impedire che i giovani vadano via dall’Italia. Negli ultimi tempi in oltre 500mila hanno scelto la via dell’estero. Non partono più con la valigia di cartone e cuore gonfio di tristezza e di speranza, bensì portandosi dietro computer, iPod, Smartpfone e altre diavolerie tecnologiche.
Portano, cioè, capacità e competenze lontano dall’Italia. Fanno grandi altri Paesi. Non a caso dopo la Brexit, il governo inglese è alla ricerca di una soluzione per evitare che i nostri giovani rientrino in Italia. Per l’ex senatore, oggi l’Italia vive una fase delicata, è un paese frammentato. Occorre lavorare per renderlo coeso puntando su valori come legalità, lavoro, eguaglianza, saggezza politica, progettualità. Vanno valorizzate le forze intermedie (Confapi, sindacati, amministratori, ecc.) e garantite sicurezze a chi opera nella legalità. Bisogna investire in tecnologie e recuperare la fiducia nelle istituzioni. <Non buttiamo il bambino con l’acqua sporca – ha concluso Benvenuto – ma teniamoci il bambino e buttiamo l’acqua sporca. Faremo il futuro del Paese>.