Ai piedi della scalinata che s’arrampica sino al sacrato della chiesetta di Santa Croce, Manuel Reggio osserva la marea di gente che lo circonda. Parenti, amici, conoscenti, colleghi di lavoro, persone di ogni età. Il mondo della Chiesa, il mondo della politica. Un affetto smisurato che la città, il Vibonese, la Calabria gli manifestano nella maniera più semplice e composta, cioè sfilando per le vie del centro storico catturato dalle prime ombre della sera. Nessuna bandiera, nessuno striscione. Per una sera, parlano il silenzio ed il senso di solidarietà della Nicotera perbene che ancora crede nei veri valori della vita. Poi, abbracciato alla sua Federica, ascolta le parole di don Francesco Vardè, il parroco della Cattedrale che ha fortemente voluto la marcia silenziosa. Un discorso breve. Poche parole che bussano al cuore e all’anima della gente. Ad ascoltarle non ci sono i rappresentanti delle istituzioni. Di tutte le istituzioni. Poco importa. Nicotera c’è. Poi arriva la pioggia. Nessuno ha, però, fretta d’andar via. A manifestazione finita, Manuel non nasconde la sua emozione per la massiccia partecipazione e per l’affetto tributatogli.
Comprensibile il suo stato d’animo. <Non so capacitarmi di tanta ostilità nei miei confronti – sostiene – anche perché non ho mai avuto nulla a che dire con chicchessia. Mai mi sono state avanzate richieste di alcun tipo – prosegue – sia in relazione al mio lavoro che alla sfera personale>. Peraltro <lavoro per la Regione – dice – in qualità di consulente esterno con contratto triennale rinnovabile alla scadenza. Il mio compito è quello di controllare i fondi Por. Verifico, cioè, la completezza delle pratiche sia dal punto di vista amministrativo che finanziario badando che tutto rientri nei parametri previsti dai vari bandi. Ci tengo a precisare – aggiunge – che tutta la mia attività è rivolta alla verifica della regolarità di progetti che sono stati già approvati, finanziati e, soprattutto, realizzati. Se riscontro irregolarità, in particolare, di natura contabile mi limito a segnalarle. Le decisioni competono agli uffici superiori. In ogni caso, ho a che fare solo con enti pubblici e non con privati. In nessun caso dipendono dal mio ufficio la valutazione o l’approvazione di un progetto>.
In altre parole, la verità bisogna ricercarla altrove. E neanche in questo caso il percorso appare facile. Inutile rimarcare che <quanto accaduto sia a luglio scorso, quando è stata data fuoco alla mia autovettura, che la notte di San Valentino genera in me e tra i miei familiari una forte preoccupazione. Tuttavia ho la coscienza tranquilla perché nulla può assere addebitato al mio modo di essere>. Poi, un’ultima precisazione. <Non ho sospetti di alcun genere e, comunque, spero che almeno questa volta, stante l’assoluta gravità dell’episodio, vengano portate avanti indagini approfondite per risalire all’autore o agli autori di un gesto intimidatorio che offende me, ma anche l’intera cittadinanza>.