Riccardo Nuti (M5S): il ministro Minniti intervenga sul Comune di Limbadi

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Riccado Nuti, deputato del Movimento 5 stelle eletto nella circoscrizione Sicilia, dalla lontana Palermo guarda ai fatti del Vibonese, “scopre” che a Limbadi c’è la mafia e si preoccupa di indirizzare al ministro dell’Interno Marco Minniti un’interrogazione parlamentare per sollecitare l’invio in Comune della commissione d’accesso con conseguente scioglimento del Consiglio. Il motivo è semplice: ci sarebbero presunte collusioni della giunta comunale con esponenti di spicco della cosca ‘ndranghetista dei Mancuso. Forte di questa premessa il deputato pentastellato punta dritto contro il sindaco Pino Morello reo di <aver nominato assessore della sua Giunta una persona legata da rapporti parentali all’organizzazione criminale>. Non basta. Oltre all’assessore, Nuti si preoccupa di infilare nel pentolone anche Faustino Galasso, vicesindaco del Comune, che <addirittura sarebbe legato a uomini di primo piano della cosca che facevano poi da tramite tra i Mancuso e il “Mondo di Mezzo” capitolino, facente capo a Massimo Carminati e Salvatore Buzzi». Insomma, un ragionamento ad ampio raggio che serve al parlamentare grillino per arrivare alla conclusione che <lo Stato deve intervenire immediatamente per estirpare il dubbio, concreto, di una presenza criminale a Limbadi».

E l’intervento dello Stato è un atto dovuto anche perché <il ministro Minniti – sottolinea Nuti – da calabrese non può non comprendere l’esigenza che una terra martoriata dalla ‘ndrangheta, com’è la Calabria, ha bisogno di una maggiore vicinanza dello Stato e delle sue autorità>. Di conseguenza <urge combattere le mafie – ribadisce – a cominciare proprio da quelle terre che per troppo tempo sono state abbandonate a loro stesse, da una politica sorda e spesso complice». Parole pesanti che, a dir poco, investono e travolgono i politici calabresi e vibonesi che non s’accorgerebbero, lascia intuire Nuti, del dilagare di un fenomeno ben visibile, invece, a chi sta a centinaia di chilometri.

Il sindaco Morello, non si scompone anche se sul volto il disappunto scorre come i titoli di coda di una trasmissione tv. <Prima di parlare degli altri – esordisce – l’on. Nuti si preoccupi di guardare in casa sua>. Poi respira profondo e riparte. <Nè io né alcun componente della Giunta né alcun membro della maggioranza – afferma – è imparentato con la mafia. Abbiamo querelato chi qualche mese fa ha sostenuto le stesse nefandezze e non a caso proprio oggi (ieri, ndc) davanti al Tribunale di Vibo s’è tenuta la mediazione preliminare all’azione di risarcimento per diffamazione>. Il primo cittadino stenta a capacitarsi del fatto che <uno sconosciuto che risiede al oltre 500 km da Limbadi si possa interessare di una realtà così lontana>. Punta, quindi il dito contro chi, magari sul piano locale, <non potendo attaccare il sindaco e la sua amministrazione si serve di elementi di dubbio valore politico per alimentare dubbi e falsità che poi svaniscono alla prova dei fatti>. Morello rimarca che nella sua squadra ci sono mogli e figli di carabinieri tutti in servizio. Peraltro <la mia famiglia – aggiunge – non ha mai avuto rapporti di alcun tipo con la mafia né il sottoscritto ha mai dichiarato titoli per fare lustro ad un nome che altrimenti sarebbe rimasto opaco. Sono – continua – e sarò sempre a fianco di chi lotta>. Pronte le nuove querele.

Pino BrosioAuthor