Un ignoto cittadino ricorre all’arma della poesia (<Porca vacca/questa è cacca, esce liscia/ come piscia>) per sollecitare l’intervento urgente del Comune e spingerlo a porre fine all’indecente deflusso di liquido fognario sul corso Umberto. Quattro versi in rima baciata per raccontare al sindaco Elio Costa una verità senza aggettivi. E non perché per evidenziare un inconveniente cosi serio di aggettivi non ce ne siano, ma, probabilmente, nella consapevolezza che qualsiasi termine venisse usato non potrebbe che sminuire la portata di quanto accade a ridosso dello storico palazzo d’Alcontres. La poesia per denunciare una fogna a cielo aperto, in ogni caso, è una novità. Uno strumento nobile che da sempre canta l’uomo ed i suoi sentimenti usato come grimaldello per scardinare l’indifferenza di chi gestisce la cosa pubblica. C’è da riflettere. Anche perchè, se “i poeti” di casa nostra avessero scritto quattro versi per ogni volta che hanno denunciato i “guai” della città probabilmente oggi si troverebbero in mano un poema. Sulla questione interviene Italia Nostra e s’appella alla sensibilità del sindaco Costa e degli altri amministratori affinché venga eliminato uno spettacolo sconcio che da quando sono stati fatti i lavori di riqualificazione, e sono passati anni, non solo continua ad offendere i sensi della gente, ma costituisce sempre più una fonte di possibile contagio a livello sanitario. La fogna a cielo aperto, peraltro, non riguarda solo corso Umberto. Secondo Italia Nostra, sversamenti di liquami fognari si verificano anche in prossimità di piazza San Leoluca lungo la strada che sale verso palazzo Di Francia.
Tanto per questa “vergogna” che per quella di corso Umberto a sollecitare il pronto intervento del Comune è lo stesso presidente dell’associazione, Gaetano Luciano. Questi rammenta, tra le altre cose, che, sindaco Nicola D’Agostino, la delegazione vibonese di Italia Nostra si era impegnata in un progetto per la riqualificazione di undici nicchie che si trovano dislocate sul muro sotto palazzo d’Alcontres sul quale oggi campeggia la lirica paesana. Veniva prevista la realizzazione di opere mirate a rievocare la memoria storico-culturale della città. <Spero che questo progetto – sostiene il presidente Luciano – venga ripreso per dare al corso Umberto la dignità che merita e possa rappresentare una pagina dove arte, cultura e civiltà possano invertire la rotta di decadimento che ha conosciuto Vibo negli ultimi anni>. Luciano coglie l’occasione anche per invitare i cittadini <ad avere attenzione verso i beni culturali> per rimettere al centro il patrimonio storico-culturale e ambientale della città.