Donazione organi, l’Aned sollecita gli interventi di Prefettura e Comuni

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 pino-ritoIl comprensorio nicoterese da sempre registra una preoccupante diffusione delle malattie renali che, purtroppo, si traducono in un costante aumento dei casi di dializzati in attesa di trapianto. La questione meriterebbe adeguati approfondimenti, ma l’Asp sino ad oggi, nonostante i continui solleciti, non sembra dedicare alla delicata problematica la necessaria attenzione. Un atteggiamento distratto che, comunque, appartiene anche ai Comuni che ancora faticano ad applicare le leggi esistenti in materia. Non demorde, però, l’Associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianti (Aned) da sempre in prima linea per cercare di attenuare i disagi dei nefropatici. Il responsabile provinciale Pino Rito ha, infatti, inviato una lettera al prefetto Carmelo Casabona sollecitando un suo autorevole intervento per invitare i cinquanta sindaci del Vibonese ad un gesto semplice: disporre che la carta d’identità possa contenere l’indicazione del consenso ovvero del diniego della persona a donare gli organi in caso di morte. <I dati – aggiunge Rito – dovranno poi essere trasmessi al Sistema informativo trapianti per consentire la raccolta in un’unica banca delle manifestazioni di volontà in tema di donazione espressa dai cittadini>. A sollecitare una maggiore disponibilità da parte degli amministratori comunali è stato anche il ministero della Salute che ha lanciato una apposita campagna informativa – “Una scelta in Comune” – per favorire la reperibilità di organi. <Devo peraltro lamentare – aggiunge il responsabile provinciale dell’Aned – che circa un mese fa nello stesso Comune di Vibo Valentia, in occasione del rinnovo della carta d’identità di mio figlio, l’impiegato dell’ufficio anagrafe si è rifiutato di apporre sul documento la dicitura “donatore di organi” in quanto sosteneva che non aveva il programma aggiornato>. L’Aned, per facilitare il lavoro degli enti, ha predisposto e trasmesso al prefetto Casabona una bozza di delibera previsto dal ministero della Salute. Non c’è che da aspettare qualche giorno prima di verificare se su una battaglia di civiltà si poggerà l’attenzione delle istituzioni.

Pino BrosioAuthor