La donazione degli organi fatica a trovare spazio nella cultura calabrese e la nostra regione si colloca, tristemente, sul gradino più basso della classica nazionale con una percentuale del 10% di donazioni per milione di abitanti a fronte del 48% della Toscana. Ciò comporta il concreto rischio che i due centri trapianti reni di Cosenza e Reggio Calabria, effettuando non più di venti trapianti all’anno, vadano incontro alla chiusura non potendo registrare i trenta trapianti annui previsti dai nuovi parametri minimi da applicare. Una realtà negativa e preoccupante anche perchè a fronte di quattro ospedali che sono nelle condizioni di affrontare procedure d’espianto, ve ne sono altri nove fermi al palo. In simile contesto, il Vibonese non gioca certo un ruolo significativo anche se, recentemente, vi sono stati due casi di persone residenti a Drapia e Dasà che sono morte al Pugliese di Catanzaro ed i cui familiari hanno consentito l’espianto degli organi. A delineare un quadro così sconfortante sono Pino Rito e Pasquale Scarmozzino, rispettivamente responsabili provinciale e regionale dell’Aned. A loro avviso, in città la situazione tenderebbe a peggiorare rispetto al passato. L’aspetto più sconfortante è legato all’assoluta mancanza di segnalazioni di possibili casi di espianti e ciò potrebbe significare, secondo l’Aned, che il personale medico neppure si avvicina ai familiari delle persone cerebralmente spente per prospettare l’eventualità della donazione. In sostanza, a Vibo e in altri otto ospedali ci sarebbe il vuoto assoluto. Se si pensa, spiegano Rito e Scarmozzino, che il Pugliese di Catanzaro registra il 55% delle donazioni, basterebbe che gli altri nosocomi facessero un minimo di attività per riuscire a dare risposte a gran parte dei pazienti in lista d’attesa. Spesso, poi, la generosa disponibilità delle famiglie tende a scontrarsi con l’inerzia dei Comuni, capoluogo in testa. Un dato per tutti. Tra le province calabresi solo Vibo Valentia non registra la presenza di alcun Comune nella lista di quelli che riportano la volontarietà della donazione sulla carta d’identità. L’unico ente che sembra si stia attrezzando per adeguarsi ad un’iniziativa sinonimo di civiltà e altruismo è Acquaro grazie, soprattutto, alla sensibilità dell’assessore Antonella Galati impegnata a portare avanti un discorso serio sulla donazione.
In sostanza, la campagna promossa dall’Anci nel 2014 – “Una scelta in Comune” – è stata trattata con molta superficialità dai sindaci ed i risultati non possono che essere del tutto deludenti. Per stimolare atteggiamenti più costruttivi, la direzione nazionale dell’Anci ha indirizzato una lettera ai sindaci italiani per sollecitarli a sfruttare il momento del rilascio o del rinnovo della carta d’identità per indurre il cittadino ad esprimere il consenso o il diniego alla donazione di organi con conseguente trasmissione dei dati al Sistema informativo trapianti. Peraltro, la situazione dei trapianti esistente in Calabria dovrebbe suggerire una maggiore solidarietà. Si trovano, infatti, in lista d’attesa ben 350 pazienti di cui 200 interessati al trapianto dei reni e che si mantengono in vita grazie ai vari centri dialisi sparsi per la Calabria tra cui quello di Nicotera. La loro vita è legata soprattutto alla generosità di altre regioni anche se ciò comporta non solo esborsi importanti per il bilancio della sanità calabrese, ma anche enormi disagi per quanti sono costretti ad affrontare il viaggio della speranza. Eppure basterebbe una campagna di informazione più incisiva da parte degli enti preposti per offrire prospettive migliori ad un’utenza in costante aumento.
Peraltro, per la donazione di reni e fegato non pare ci siano invalicabili limiti d’età e spesso succede che gli organi di donatori ultraottantenni vengano impiantati, con esito favorevole, su soggetti molto più giovani. Ultimamente un quarantenne di Palermo è stato salvato grazie al trapianto di un fegato appartenente ad un soggetto di 85 anni. Le campagne di sensibilizzazione promosse da Aned, Anci e altre associazioni non riscuotono adeguato successo e la rete ospedaliera non offre le risposte attese. Solo quattro nosocomi (Riuniti di Reggio Calabria, Pugliese di Catanzaro, Annunziata di Cosenza e Mater Domini di Catanzaro) sono in grado fronteggiare il problema degli espianti, mentre altri otto (Castrovillari, Locri, Soverato, Rossano, Lamezia Terme, Crotone, Vibo Valentia e Paola) non offrono neppure segnalazioni su possibili casi di donazione. Su iniziativa dell’Aned, sono recentemente scesi in campo i prefetti di Catanzaro e Cosenza per sollecitare i sindaci ad aderire alla campagna “Una scelta in Comune” mirata a registrare sulle carte d’identità la volontà di donare gli organi con conseguente trasmissione dei dati al Sistema informativo trapianti.