RICADI CAMBIA DENOMINAZIONE E DIVENTA RICADI-CAPO VATICANO Prima però i cittadini sono attesi da un referendum consultivo che si terrà in primavera

Tempo di Lettura:3 minuti

hpim4553Dopo il referendum confermativo di ieri, che ha visto l’Italia confrontarsi a viso aperto sui temi della riforma costituzionale, per la cittadinanza ricadese se ne profilo un altro, questa volta consultivo, per decidere se cambiare o meno la denominazione del Comune da Ricadi in Ricadi-Capo Vaticano. Il consiglio regionale ha, infatti, approvato, nei giorni scorsi, con voto unanime, l’effettuazione della consultazione elettorale che si terrà in una data che sarà compito del presidente della Giunta, Mario Oliverio, stabilire in tempi brevi. Tutto lascia pensare che l’appuntamento con le urne sarà fissato per la prossima primavera. C’è tutto il tempo, quindi, per riflettere, confrontarsi, decidere. Il dibattito, in realtà, dura da un paio di decenni. Montagne di parole non seguite da fatti concreti sino a quando il consigliere regionale Michele Mirabello non ha rotto gli indugi presentando una proposta di legge sul cui cammino non sono sorti ostacoli.

mirabello<L’approvazione in Consiglio della proposta di referendum col consenso di tutti gli schieramenti – spiega l’esponente regionale del Pd – è un dato estremamente positivo. Ci consente, infatti, di avviare a conclusione un’operazione la cui finalità non è solo quella di cambiare la denominazione di Ricadi in Ricadi-Capo Vaticano, bensì quella di dare respiro internazionale al Comune accostando i due nomi sulla scorta di quanto fatto negli anni ’70 con Roseto-Capo Spulico>. In ogni caso <saranno i cittadini – insiste Mirabello – a scegliere liberamente se completare o meno il processo identitario di Ricadi legato geograficamente al promontorio di Capo Vaticano valorizzandone tutte le potenzialità economiche>. E il risultato del referendum, per la cui celebrazione il Comune utilizzerà un finanziamento di 20mila euro concesso dalla Regione, in effetti, non appare del tutto scontato anche perchè sul territorio non mancano le voci non in armonia col progetto. E non manca neppure una sparuta minoranza che al litorale Capo Vaticano-Tropea tende ad appiccicare la denominazione di “Costa degli Dei”.

michele-garriUna scelta questa contro cui ha sempre ruggito e continua a ruggire Michele Garrì, vecchio leone del giornalismo vibonese, che la ritiene un “brand” fuorviante <perchè tutti i turisti parlano di vacanze a Capo Vaticano o a Tropea, ma non certo di vacanze sulla “Costa degli Dei”, una denominazione senza appigli storici e senza forza evocativa>. Per Garrì solo abbinando il nome di Ricadi alla sua località più conosciuta, Capo Vaticano, si può dare un’idea unitaria del territorio e della sua storia con ricadute positive sullo sfruttamento delle sue immense risorse paesaggistiche, naturali e culturali. In realtà, il nome Capo Vaticano viene ritenuto preesistente a quello di Ricadi e indica il promontorio sul quale, stando a leggende e mitologia, vi era un oracolo che “vaticinava” il futuro dei naviganti che dirigendosi verso Sud, s’apprestavano ad affrontare il “periglioso” mare di Scilla e Cariddi. Un promontorio sul cui orizzonte si stagliano le isole Eolie e lo stretto di Reggio Calabria dipingendo quel panorama mozzafiato sul quale andava ad infrangersi il peregrinare dello scrittore Giuseppe Berto che lo eleggeva a suo domicilio erigendovi la sua villa “Le pinnate”, ancora oggi accogliente sede di manifestazioni culturali oltre che dello stesso premio letterario intestato allo scrittore.

Pino BrosioAuthor