FEDERICA CHINDAMO: L’IDEOLOGIA MAFIOSA SOPPRIME LA LIBERTA’ Lettera al viceministro Bubbico dalla figlia quindicenne di Maria

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I lavori del primo seminario dell’Università dell’Antimafia, presieduti dal procuratore aggiunto Marisa Manzini e coordinati dalla responsabile dell’associazione “Riferimenti” in collaborazione con Mariarosaria Russo, dirigente scolastico del liceo scientifico “Piria” di Rosarno, ruotano, soprattutto durante la prima giornata, attorno al tema del ruolo delle donne nella storia della mafia. Inevitabilmente i riflettori si riaccendono su Maria Chindamo, imprenditrice di Laureana di Borrello scomparsa proprio a Limbadi lo scorso 6 maggio. L’intervento del fratello Vincenzo, sempre proteso alla disperata ricerca della verità, commuove un po’ tutti. Poi, ieri mattina, protagonista diventa Federica, figlia quindicenne di Maria, il cui sorriso timido e triste testimonia l’immane sofferenza che le lacera l’anima. Rassicurata dalla sua dirigente scolastica, prende, esitante, la parola. Con accenti carichi di emozione prima legge una lettera indirizzata al viceministro Filippo Bubbico e poi gliela consegna. <Oggi sono qui – scrive la ragazza – a chiedere al mio Stato di reagire con me e di restituirmi la verità e la giustizia su questa triste vicenda>. Al suo Stato chiede soprattutto che <“il tribunale clandestino” che ha accusato, processato e condannato a morte mia madre vada smantellato>. Federica ripercorre senza incertezze il suo ancor breve cammino che un destino senza aggettivi ha già sovraccaricato di dolore, rabbia, disperazione. <In questi anni – afferma – fondamentale è stato il supporto del liceo “Piria”> al pari della vicinanza <della preside del sorriso, la mia amica Mariarosaria Russo che mi ha accompagnato durante questo viaggio>. Sottolinea i guai della sua terra che <non si può ritenere libera perchè vittima di un’ideologia mafiosa che sopprime la libertà dell’uomo e ancor più quella delle donne>. Il ricordo corre inevitabilmente alla sua mamma vittima di feroce violenza. <Questa donna – rimarca Federica – è la stessa che ha educato i figli al rispetto della legalità, questa donna è mia madre. Oggi io, mio fratello e mia sorella – aggiunge – siamo orfani di entrambi i genitori in meno di un anno. Nonostante ciò siamo fieri d’aver ricevuto l’educazione alla civiltà e al rispetto, valori che, invece di sopire la nostra voglia di reagire a questa ingiustizia , ci danno ancor più vigore civile per farlo nella maniera più giusta>.

Pino BrosioAuthor