Il commissario straordinario Lucia Iannuzzi, con proprio decreto, ha nominato Carmelo Callà, responsabile dell’Area tecnica del Comune di Dinami, sub commissario dell’ente. Avrà funzioni vicarie e sarà presente a Palazzo Convento soprattutto nei giorni in cui il viceprefetto vicario sarà impegnato nei compiti d’istituto. La nomina rientra nella normalità delle cose e non autorizza valutazioni di sorta che pure si sono già innescate. In realtà, a poco più di un mese dalla scadenza del termine a disposizione del ministro dell’Interno Angelino Alfano per portare in Consiglio dei ministri la proposta di scioglimento dell’assemblea comunale, nulla trapela sulle sorti della città. Atteso che sui tavoli ministeriali la proposta di scioglimento avanzata dal prefetto di Vibo Valentia Carmelo Casabona c’è arrivata lo scorso 12 settembre, per decidere il da farsi c’è tempo sino al prossimo 12 dicembre. In apparenza, la cosa non sembra interessare più nessuno, in realtà l’attesa è forte. Con un particolare da sottolineare. Sino a quando c’era in carica il sindaco Franco Pagano in tanti auspicavano l’arrivo della commissione straordinaria. Ora, però, che Pagano è uscito di scena tutti auspicano che il Consiglio non venga sciolto per avere la possibilità di andare al voto la prossima primavera. Un’ipotesi questa ritenuta del tutto fattibile e che, ora, viene avvalorata dalla nomina del sub commissario. In effetti, dopo la presentazione delle dimissioni da parte di Pagano, erano subito scattati meccanismi preelettorali che, però, rischiano di incepparsi da qui a poco.
In città, ormai, si vocifera di liste e candidature, si ipotizzano alleanze e possibili schieramenti, si cominciano a cercare i primi contatti. Indubbiamente, un eventuale non scioglimento del consiglio comunale sarebbe la soluzione migliore per non far ricadere sull’intera collettività le conseguenze di situazioni del tutto particolari. La città potrebbe tornare alle urne a primavera e ci sarebbe il tempo necessario per fare un lavoro serio in vista del rinnovo dell’assemblea comunale. Nell’ottobre 2012, arrivando a scadenza il mandato della commissione straordinaria, si era tutti convinti della proroga della triade. A meno di un mese dalla data delle votazioni fissata dal governo per i comuni sottoposti a gestione commissariale, arrivava, invece, la notizia del ritorno alle urne per ridare alla città istituzioni democraticamente elette. Scattava una corsa il tempo che non consentiva né alle forze politiche né a movimenti e associazioni di operare opportune riflessioni sui percorsi da fare. Venivano meno dialogo e confronto. Tutto si decideva frettolosamente e il caos che ne derivava si traduceva nella presentazione di cinque liste che spaccavano l’elettorato in mille rivoli sancendo, alla fine, la netta affermazione dello schieramento denominato “Un patto per la legalità” guidato da Franco Pagano. Si dovesse tornare alle urne nella prossima primavera certi errori non dovrebbero essere più commessi.
Tutti ragionamenti che, comunque, lasciano il tempo che trovano. Al momento c’è solo da aspettare le scelte romane nella consapevolezza che l’ipotesi dello scioglimento del Consiglio aleggia ancora sulla città che rischia di andare incontro ad almeno un biennio di gestione commissariale. Una soluzione che, valutando le esperienze pregresse, spaventa e non poco. Per certo l’eventuale triade si troverà a gestire tutta una serie di patate bollenti non facili da pelare. In stand bay ci sono il Piano strutturale comunale, il Piano spiaggia, il progetto del porto il cui bando sta per arrivare alla scadenza. C’è, soprattutto, la questione Sogefil con la citazione in giudizio della società e della commissione straordinaria guidata dal prefetto Marcello Palmieri, nonché del ministero dell’Interno che l’ha nominata. Senza contare che, sempre sulla questione Sogefil, si è ancora in attesa della sentenza del Tar relativamente ad altro ricorso contro il ministero dell’Economia pure per risarcimento danni.