Pino Neri, docente di letteratura italiana nell’ateneo messinese, scrittore e critico letterario noto e apprezzato con alle spalle numerose pubblicazioni, premi e riconoscimenti, nel liceo classico “Bruno Vinci” ha trascorso oltre quarant’anni della sua vita. Prima da alunno, poi da docente e, infine, per oltre 30 anni, nelle vesti di preside. In occasione dei festeggiamenti per il 150° anniversario del Classico s’aspettava, forse, non un gelido invito, ma un coinvolgimento più concreto con la possibilità di portare la propria testimonianza. Un’esclusione che lo ha amareggiato sino a spingerlo ad arricchire la lista degli assenti che annovera anche il sindaco Franco Pagano e tutta l’amministrazione comunale, il vescovo Luigi Renzo, il presidente della Provincia Andrea Niglia. Una scelta difficile che diventa sofferenza. Un’amarezza mista a nostalgia, disappunto, delusione, sentimenti che Neri non nasconde, anzi affida ad una lettera carica di contenuti e che integralmente pubblichiamo.
di Pino Neri
<<Importante per me ricordare alcuni fondamentali eventi che hanno caratterizzato il Classico di Nicotera, durante gli anni della “ mia” dirigenza. La scuola mi educo’ quanto i libri, perché gli anni trascorsi, dal 1981, primo anno di presidenza,al 2012, termine del percorso, mi hanno dato uno scopo e giuste uscite per essere ascoltato ed ascoltare. Incontri con scrittori importanti,artisti,intellettuali sono stati un ricco noviziato che m’ha entusiasmato, da cercare il portone dell’edificio scolastico, anche quando sentivo di essere improtetto o avvilito. Sono entrato con la fede dei neofiti a 37 anni in questa difficile carriera che sentivo ancora lontana, perché ero frugatore di librerie, intimidito per avere trovato come docenti i miei stessi professori del liceo, ed io dovevo essere il loro “preside”.
Conquistai una simmetrica filosofia di vita che invece mi permise un ottimo dialogo, costruttivo, senza amarezze, perché,in fondo, assieme ai “miei” docenti anche moltissimi giovani studenti—oggi illustri professionisti—sentivo vicini, cordiali in un irrevocabile abbandono scolastico, ai quali non sapevo dire se ero il loro compagno di viaggio più grande, il loro amico e confidente, o l’impallidito preside che ruotava sulle loro vicende, sul disotterramento quotidiano delle loro stesse turbative. Ho avuto con me docenti galantuomini, pieni di luce, sia al Liceo,prima, che all’Itis e alla Scuola Media dopo. Quella scuola è stata corpo vivo e solido, centro di inclinazione, di splendida cultura umanistica e scientifica.
“Anni di ombra” che qualcuno, nell’insipidèzza del dire , avanza in “saluti” formali ( forse è vero, perché non avevamo filamenti metallici resi incandescenti per il passaggio della corrente elettrica), non siamo stati, dunque, lampadòfori, ma da quel “buio” abbiamo scomodato grandi scrittori, intellettuali, artisti, che recandosi nella bellissima città nicoterese, quando è stata centro di interesse e di attività culturali notevoli, hanno dato luce al Liceo ed alla città stessa, perché la scuola appartenne e appartiene alla comunità.
Nel 1981, il grande scrittore Fulvio Tomizza, mentre scriveva per Mondadori “Materada” e “La migliòr vita”, con me amicissimo, mi dettò la bellissima epigrafe, che feci porre in marmo sulle scale dell’edificio che portano all’Aula Magna: “ Questo ginnasio, questi tempi nostri…”, fu il mio primo biglietto d’ingresso che esaltò il buon nome delle lettere nicoteresi, ricordando anche Vergerio. Quindi un “fluire “ di vicinanze, scrittori, intellettuali, che arrivarono al Liceo nicoterese, lasciando il profumo della loro grandezza e delle loro opere che presentavano nell’Aula Magna : Ferdinando Castelli, direttore di “Civiltà cattolica”; il ministro Misasi della PI; Mario La Cava, nel 1981, presentò “I Caratteri” dell’Einaudi, la sua grande opera letteraria, scrivendomi poi lettere molto interessanti; Mario Pomilio (“Il quinto Evangelio”) mi scrisse sul Classico di Nicotera, preventivando i due giorni in Calabria, e che meraviglia di intervento; Donato Valli, da Lecce; Pepè Occhiato da Firenze venne a presentare “Oga Magoga”, l’opera in quattro volumi; Totò Delfino, attaccatissimo al suo Aspromonte, venne al Classico di Nicotera con entusiasmo e ammirazione, regalandoci una bella serata.
Dall’Università di Palermo, nel 1986, arrivava a Nicotera il grande Bonanno, scuola del Pitrè (“la breve permanenza a Nicotera è stata per me una lieta parentesi per l’interesse della città, per l’amabilità e il calore umano dei suoi cittadini. E soprattutto del prof. Neri, dei suoi collaboratori, dei suoi alunni cosi’ attenti, cosi’ pazienti e interessati alla cultura, vero patrimonio dello spirito !”); Mario Rigoni Stern, nel 1989 e Alberto Moravia mi scrivevano entusiasti del mondo classico nicoterese, presentando con rilievo scritto agli studenti ed ai docenti le ultime loro opere: “Il viaggio a Roma” e “Storia di Tonle”. Ettore Bruni, storico; Giorgio Barberi Squarotti, Fulvio Tomizza, per ricordare solo alcuni tra la grande temperie intellettiva di quegli anni, erano entusiasti della nostra scuola, mentre, su invito, vennero al Liceo Saverio Strati, due giorni indimenticabili; Ettore Alvaro, fratello sacerdote del grande Corrado Alvaro con i nipoti per omaggiare la grande figura di Alvaro che mi regalo’ due lettere bellissime, inedite dello stesso Alvaro, che allora pubblicai su” Tribuna politica”; Costantino Marco, Enzo Siciliano; Loris Capovilla; Reginaldo, della scuola del realismo sociale; Elisa Springer da Vienna regalò al nostro Liceo giornate memorabili con i suoi ricordi di Aushwitz, presentando la sua famosa opera “Il silenzio dei vivi”; cosi’ Leonida Repaci col gruppo della scuola teatro di Palmi (si recitò il bellissimo coro tratto dai “Rupe”); Arnolfo Foà che recitò canti della Divina Commedia nell’Aula Magna; Mario Foglietti, col film su Pavese; Fortunato Seminara che presento’ al pubblico la trilogia dei romanzi, Nicosia coautore con Gratteri di opere sulla legalità, il gruppo “Ammazzatecci tutti” ed altri intellettuali ancora negli anni Novanta e Duemila che ringrazio per avere dato lustro alla città ed alla” Scuola del buio” nicoterese.
Certo moltissimi docenti che non ci sono più restano nel mio cuore: Tonino Rizzo, grande docente di matematica, faro che non ha mai deragliato dal suo binario culturale e umano; Agostino Mercuri, Brigida Mobilio, Pasquale Spinoso, Vittorio Pagano, il teologo Gaglianò, Mangialavori, Lico,” il grande dei grandi” per noi Preside Cavallari e, quindi, la nuova guardia, uomini di cultura che hanno dato lustro alla città, dalla Titina Proto, “immensa” nella sua raffinatezza, agli ultimi dirigenti che mi hanno seguìto e che saluto cordialmente, assieme ai nostri cari allievi, adesso magistrati importanti, LoJacono e Stilo, per non ricordare moltissimi altri illustri medici, avvocati, ingegneri, docenti, impiegati, tutti venuti fuori da quel “buio” splendore.
L’augurio è che possa la buona scuola ( non certo la scuola alla buona, renziana) camminare ancora sulla via della cultura e tracciare giusti cammini per i giovani che meravigliosamente ancora s’affacciano sulla via della classicità e sulle vie scientifiche, per l’unione de tecnici con i classici, considerando ancora che gli anni feroci della contestazione studentesca, nel nostro Liceo, e in tutt’Italia, hanno costruito la nuova società democratica, abbattendo barriere di conservazione>>.