Terremoto: cresce la preoccupazione, si allarga il dibattito. Nessuna intenzione di fare allarmismo, ma, in questo caso, meglio fasciarsi la testa prima che un “nemico” che non avverte del suo arrivo provi a rompercela. E’ di questo parere Luciano Prestia, segretario provinciale della Uil. Prima plaude all’intervento del sindaco di Acquaro Giuseppe Barilaro che, nei giorni scorsi, ha richiamato l’attenzione sulla mancata redazione dei piani di protezione civile da parte di ben 13 Comuni vibonesi, poi inchioda tutti alle proprie responsabilità sottolineando che se, per il terremoto, viene pagato un prezzo alto nelle regioni più attente al rispetto delle norme antisismiche <non osiamo pensare cosa potrebbe avvenire in caso di un terremoto di entità rilevante, qui dove le abitazioni spesso realizzate in economia, probabilmente non sono stabili e sicure>. Inoltre <non è azzardato affermare – prosegue il sindacalista Uil – che non esiste una cultura della prevenzione e della sicurezza e che le varie associazioni che si riconoscono nella Protezione civile abbiano molto da imparare>. In altre parole, ritiene indispensabile lavorare per <rendere questo servizio organizzato tecnicamente e professionalmente in modo da garantire il massimo della prevenzione possibile>. La Uil ha affrontato l’argomento con l’assessore regionale Stillitani al quale sono stati illustrati <i benefici che potrebbero derivare alla collettività nel caso in cui si trovasse la possibilità di utilizzare nelle politiche attive, che per adesso sono rivolte per lo più ad operai ed impiegati adibiti a vari servizi da Comuni e Tribunali, anche i Vigili del Fuoco discontinui>. Proposta da valutare seriamente perchè <si tratta – spiega il responsabile della Uil – di operatori con esperienze “sul campo” maturate in 10 ed anche 15 anni di lavoro durissimo e pericoloso>. I vigili discontinui <sono circa tremila in Calabria – rimarca Prestia – e poco più di 250 nella provincia di Vibo Valentia. Se utilizzati dai Comuni – prosegue – potrebbero d’un colpo risolvere i problemi legati alla redazione dei piani locali di protezione civile, impiantare logisticamente le strutture necessarie, addestrare i volontari, educare alla prevenzione i cittadini oltre che gli scolari ed gli studenti delle superiori>. Per centrare l’obiettivo occorrerebbe riconoscere loro <gli stessi diritti degli altri lavoratori che hanno perso il loro posto di lavoro – sottolinea Prestia – e che quindi sono stati posti in cassa integrazione o in mobilità in deroga>. Una soluzione, a suo avviso, potrebbe derivare dall’inserimento della problematica <nel piano riparto dei 130 milioni di euro che il governo regionale sta predisponendo a favore dell’occupazione in Calabria>.
05giugno
TERREMOTO, CRESCE LA PREOCCUPAZIONE e manca la redazione dei piani di protezione civile da parte di 13 Comuni vibonesi.
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