Per il partito democratico si apre la stagione dei congressi. Un momento di confronto utile per avviare una seria riflessione sulle condizioni di un apparato politico che negli ultimi tempi ha un pò perso il bandolo della matassa. Una nave in avaria “schiaffeggiata” da onde impetuose e che, placatasi la tempesta, non può che prendere atto della “fuga” di buona parte degli “ufficiali” di bordo. Ma anche di parte dei marinai. Ora, c’è solo da rimboccarsi le maniche, riavviare i motori e riprendere la rotta giusta magari navigando a vista chè sui fondali di secche da superare ce ne sono ancora tante. Per certo, il Vibonese <rappresenta – si legge in un documento approvato dal coordinamento del circolo del Pd di Vibo – l’unica realtà della regione dove non si è mai celebrato un congresso e quindi l’assenza di gruppi dirigenti democraticamente eletti ha favorito di fatto una visione di parte del partito e del modo di fare politica>. Insomma ognuno è andato a ruota libera. E’ l’ora di voltare pagina tenendo presente che la situazione non è facile, la crisi economica e le difficoltà dell’agire politico sono sotto gli occhi di tutti, mentre la gente ha sempre più bisogno di punti di riferimento certi. I congressi arrivano al momento giusto e <possono rappresentare una grande opportunità – prosegue la nota del Pd – per elaborare tesi e proposte in grado di costituire il Pd come luogo all’interno del quale sia assicurata la più ampia partecipazione degli iscritti e si possa prefigurare la piattaforma programmatica per Comune, Provincia e Regione>. Naturalmente, al momento assembleare occorre arrivarci con idee chiare perchè diversamente <si corre il rischio del pericolo di un congresso al quale si partecipi per inerzia – aggiungono i dirigenti del circolo – con un accentuato frazionismo, all’interno del quale gli elementi di attrazione siano costituiti da mero calcolo matematico che assicuri posizioni di potere finalizzati a ricoprire cariche istituzionali>. In altre parole, potrebbe non esserci l’inversione di tendenza che, invece, ai più sembra indispensabile anche perchè <riteniamo – continuano i membri del coordinamento del circolo – che il principio di aggregazione della maggioranza debba essere fondato sulle idee e sui progetti che non invece su legami personali e di corrente>. Per essere più espliciti <vogliamo – rimarcano i dirigenti democratici – un partito plurale, inclusivo, democratico che si candidi a costruire l’alternativa al centro destra attraverso la capacità di saper interpretare e rappresentare le istanze ed i bisogni che si muovono nella società>. Un partito che va costruito mettendo al bando ogni ipocrisia e <facendo i conti – sostengono i dirigenti del circolo – con le responsabilità e gli errori commessi e, soprattutto, impegnandosi al rispetto delle regole democratiche e statutarie>. C’è anche da riconoscere, a parere degli esponenti del Pd, che se il centrodestra che amministra Comune e Regione <non ha saputo dare risposte adeguate e continua a governare senza una idea organica di sviluppo dell’intera regione>, la stessa amministrazione della Provincia <non è riuscita ad incidere come dovuto anche a causa dell’assenza di un partito forte ed autorevole>. Il Pd cittadino, in conclusione, chiama iscritti e simpatizzanti alla condivisione del documento approvato dal coordinamento cittadino ed aperto ad ogni integrazione. Sollecita la partecipazione democratica e, quindi, il ritorno alla politica <per affrontare e superare le tante diseguaglianze determinatesi in questi anni di crisi economico-finanziaria e di governo di centrodestra>. Fissa il percorso lungo cui il congresso dovrebbe svilupparsi e cioè:
1)definire proposte chiare per affrontare la crisi e promuovere la crescita e lo sviluppo del nostro territorio e della nostra regione all’interno di una visione euro mediterranea;
2)assumere la battaglia per la legalità, attraverso un impegno prioritario dell’azione e dell’iniziativa del partito, come l’unica via per determinare e garantire crescita civile, tenuta democratica e sviluppo produttivo;
3) determinare una chiara distinzione dei ruoli istituzionali e amministrativi da quelli di direzione politica;
4) acquisire l’impegno per il quale chi viene eletto ad incarichi di direzione politica non potrà essere candidato alle competizioni elettorali che si tengono durante il mandato ;
5) attivare le primarie per la scelta dei candidati (con superamento della vergognosa legge elettorale) a qualsiasi livello e assumere il principio dei due mandati;
6) favorire una intensa politica di proselitismo con regole trasparenti.