Nello scorso mese di dicembre si era barricata, assieme a due figli, all’interno del suo ristorante-pizzeria “L’arcobaleno”, sito nella frazione Badia, minacciando di darsi fuoco qualora gli ufficiali giudiziari giunti sul posto assieme ai carabinieri avessero scelto l’azione di forza per costringerla a sgomberare i locali in fitto da anni. Dopo una mattinata di preoccupazione e paura, gli ufficiali giudiziari incaricati di curare lo sfratto, su precisa indicazione dei vigili del fuoco che accertavano l’esistenza dello stato di pericolo, rinunciavano allo sfratto forzoso e rientravano in ufficio rimettendo ogni decisione nelle mani del giudice. Calata la tensione, la protagonista della vicenda, Francesca Taverniti, accusava un malore e si accasciava a terra. Prima di essere accompagnata al pronto soccorso in ambulanza, peraltro, i carabinieri provvedevano a dichiararla in arresto contestandole i reati scaturiti dal suo comportamento. Non a caso, dimessa nei giorni successivi dall’ospedale di Vibo, la donna finiva agli arresti domiciliari. Ora, a distanza di qualche mese, il Tribunale di Vibo, sezione staccata di Tropea, con sentenza n. 42/2012, ha rigettato tutte le istanze presentate dalla proprietaria dei locali che ospitano “L’arcobaleno”, ha revocato l’ordinanza di rilascio e, nello stesso tempo, ha condannato la stessa locatrice al pagamento delle cospicue spese di giudizio. Sulla scorta della sentenza emanata dal giudice monocratico di Tropea, il presidente del Tribunale penale di Vibo ha provveduto a revocare immediatamente gli arresti domiciliari per Francesca Taverniti. La donna così è tornata in libertà e ha potuto riprendere l’attività a fianco del marito e dei suoi quattro figli. <Un palese caso di “malagiustizia” – afferma l’avv. Giacomo Saccomanno, legale di fiducia – nata da un’ordinanza di rilascio emessa dal giudice pur in presenza del regolare pagamento dei canoni>, aspetto questo che la conduttrice del locale ha cercato di dimostrare in tutti i modi possibile per scongiurare lo sfratto. <Un’opposizione decisa ad un provvedimento illegittimo – prosegue Saccomanno – che però nessuno ha voluto sospendere. Neppure le denunce alla competente Procura della Repubblica di Vibo sortivano alcun effetto>. Per il professionista del Foro di Palmi s’è corso il rischio che la “malagiustizia” facesse un’altra vittima <eppure – sottolinea – in Italia tutti pagano tranne che i magistrati>. A Francesca Taverniti <chi restituirà – si chiede Saccomanno – tutte le ore di sconforto, tutti i minuti di disperazione, tutti i giorni che ha atteso inutilmente per ottenere un provvedimento giusto? Chi – insiste – pagherà i danni per la ridotta attività affidata a dei ragazzi ventenni? Nessuno. Nessuno risarcirà alla famiglia Taverniti tutti i danni subiti, sia patrimoniali, che fisici e morali. Un paese civile e democratico – conclude – non può, sicuramente, tollerare situazioni del genere, che sono l’anticamera della più sentita reazione>.
11maggio
RISTORANTE “L’ARCOBALENO”, SENTENZA DEL GIUDICE: rigettate le istanze della proprietaria dei locali, Francesca Taverniti torna in libertà.
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