Trentasei famiglie in “stato di agitazione” per una lettera fatta recapitare loro da Cristina Cipriani e Yvonne Castella, proprietarie del terreno sul quale sono state realizzate dal 2002 in poi le villette acquistate con enormi sacrifici, impegnando tutti i propri risparmi e sottoscrivendo mutui pluridecennali. Le proprietarie del terreno, rappresentate e difese dall’avv. Gregorio Catrambone del Foro di Genova, in sostanza, li informano uno per uno, che, avendo il Tar prima e il Consiglio di Stato nei giorni scorsi, accolto il loro ricorso tendente ad ottenere <la restituzione degli immobili in questione non essendo stato assunto uno specifico provvedimento di acquisizione degli stessi da parte dell’amministrazione comunale> ne consegue che <i terreni sui quali sono stati realizzati gli immobili debbono essere retrocessi e riconsegnati alle legittime proprietarie>. Una lettera che ha il classico sapore del sasso lanciato nello stagno per vedere l’effetto che fa e che, in realtà, mette in fibrillazione tutti i prorietari delle case allarmati per il delinearsi di una situazione che potrebbe attivare meccanismi di varia portata. La prima reazione è stata quella di presentarsi nei corridoi di palazzo Convento, sede comunale, per esporre il caso al commissario straordinario Marcello Palmieri. Questi li ha ricevuti e tranquillizzati a 360° assicurando loro che il Comune avrebbe fatto fronte a tutte le sue responsabilità confrontandosi con la parte interessata per la stipula di una transazione. In altre parole, i proprietari delle villette non hanno nulla da temere. Ma è davvero così? L’ente comunale è davvero nelle condizioni di far fronte al problema? E se le asfittiche casse dell’ente non dovessero rendere possibile una transazione, quale sarà il percorso da seguire? Per certo, per recuperare il bandolo della matassa non potranno trascorrere tempi biblici. Il legale delle signore Cipriani e Castella ha già presentato <regolare istanza al Tar per la nomina di un commissario giudiziale che metta in esecuzione coattiva quanto deciso dalle sentenze>. La lettera inviata a tutti gli inquilini delle villette, peraltro, si sofferma anche su un altro dettaglio da non trascurare: le aree utilizzate per la realizzazione della strada al servizio degli insediamenti abitativi in località Filuppella, anch’esse espropriate, dovranno essere riconsegnate alle legittime proprietarie sicchè gli utilizzatori della strada dovranno concordare con le proprietarie o la loro cessione bonaria o il pagamento di una indennità di transito>. In teoria, i proprietari delle villette, se non dovesse essere raggiunto alcun accordo, per rientrare a casa potrebbero essere costretti a calarsi sui tetti dall’elicottero o a utilizzare…le liane di tarzanesca memoria! In realtà, c’è poco da scherzare. La situazione appare abbastanza delicata; le vie d’uscita, però, non dovrebbe essere difficile trovarle. Le proprietarie non chiedono altro che venga pagato loro il terreno utilizzato per realizzare gli alloggi di edilizia agevolata. Lasciano intuire la disponibilità a trattare. La stessa sentenza del Tar offre la soluzione della vertenza asserendo che <il Comune può sottrarsi all’obbligo di restituire il terreno illecitamente detenuto solo con l’emanazione dell’atto di acquisizione e conseguentemente col risarcimento del danno> così come può <procedere ad un accordo bonario con le ricorrenti> oppure, in diverso caso, emanando un decreto <che disponga l’acquisizione delle aree al patrimonio indisponibile> e che <quantifichi il danno risarcibile in relazione alla destinazione urbanistica delle aree al momento dell’adozione del primo atto del procedimento>. Non prezzo d’esproprio, quindi, ma prezzo di mercato. Una bella differenza. Chi la pagherà?
02aprile
NICOTERA, IL COMUNE NON HA MAI PAGATO I TERRENI: trentasei famiglie a rischio
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