<Giovani, amate tutte le cose che fate>. Un messaggio semplice, un appello fatto col cuore, ma anche un invito a riflettere, a chiedersi tutti i giorni quale sia il senso della propria vita e a darsi, tutti i giorni, delle risposte. A parlare agli alunni dell’Istituto tecnico industriale “Achille Russo”, guidato dal prof. Antonio Fiumara, è il vescovo mons. Luigi Renzo, che ieri ha concluso la sua visita pastorale in città. <Siate spensierati – aggiunge il prelato – ma anche decisi, presenti, protagonisti del bene>. Parole che spronano ad un viver diverso, più attento, più partecipato, più consapevole di tempi, ruoli e prospettive. In fondo <i ragazzi dell’Itis – afferma la vicepreside Domenica Rodolico – sono esuberanti, ma hanno un grande cuore>. Rientrati in classe gli studenti, per il vescovo è l’ora di fare un bilancio della sua visita pastorale. <Mi sono trovato di fronte – racconta – una comunità animata da una vivacità culturale e umana straordinaria> anche se forse manca <la capacità di coordinarsi dando magari vita ad un forum delle associazioni> in grado di canalizzare ogni energia nella direzione giusta. E’ necessario, a parere del vescovo, creare stimoli ai vari livelli per uscire da una situazione difficile e tutelare, nello stesso tempo, il futuro dei giovani che <sentendosi traditi – sottolinea – e non considerati vivono con distacco la realtà>. Le possibilità di avviare nuovi percorsi non mancano e, in proposito, mons. Renzo cita più volte l’incontro con le associazioni laiche d’ispirazione cristiana dal quale sarebbe emersa una gran volontà di rimettere insieme i cocci di una realtà frantumata per andare oltre la “zona grigia” di un esasperante attendismo.
Concetti che poi riecheggiano nella saletta del Comune dove ad attendere il buon pastore ci sono i commissari straordinari Marcello Palmieri e Angela Diano, i dipendenti dell’ente comunale e i rappresentanti delle forze dell’ordine Raffaele Castelli e Antonio Spampinato, nonché il prefetto di Vibo Valentia Michele di Bari. Qui i ragionamenti sulla realtà nicoterese salgono di tono. Si gioca di fioretto per definire in termini garbati i guai di una realtà sull’orlo del collasso socio-economico, politico e culturale. <Le forze politiche – sostiene il commissario Palmieri – non si propongono. Manca qualsiasi progetto. Si corre dietro a uomini dotati di pseudocultura>, mentre occorre costruire una squadra in grado di affermare < la trascendenza delle istituzioni unica strada percorribile per evitare di trasformare i cittadini in sudditi>. Mons. Renzo mette sul tavolo la disponibilità della Chiesa ad operare in sinergia e, sottolineato il rischio costituito dalla zona di frontiera in cui sorge la città, invoca <un discorso coordinato ed una maggiore presenza dello Stato, un posto di polizia, più forze dell’ordine, videosorveglianza>. Le conclusioni toccano al prefetto Michele di Bari.
E’ il suo primo impatto con la città. E lascia il segno richiamando tutti alla consapevolezza del proprio ruolo per consentire che <ogni ragionamento democratico trovi uno sbocco vero, serio, immediato>. E, naturalmente, <le istituzioni devono funzionare> anche perchè non è giusto che <la comunità debba soffrire per il disamore degli altri>. Parole che il rappresentante di Governo indirizza alla classe dirigente del Comune. <Siete chiamati – asserisce con tono fermo – a dare risposte alle istanze della popolazione con senso di responsabilità> anche perchè <voi siete storicamente la memoria di questo Ente>. Soprattutto, <a nessuno è consentito delegare, ognuno sia protagonista della civiltà di questa comunità e la commissione straordinaria fissi dei percorsi in cui ognuno di noi metta qualcosa>. Poi l’ultima bordata. <Siamo vicini a questa città – conclude il prefetto Michele di Bari – verso la quale sento il diritto-dovere di dare delle risposte. Ognuno di noi sarà moralmente responsabile di ciò che avremmo potuto fare e non l’abbiamo fatto>.