Una giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei . Ad organizzarla l’arciprete don Francesco Vardè e i sacerdoti delle altre parrocchie cittadine, nonché l’Ufficio diocesano per l’ecumenismo; a parteciparvi relatori di prestigio tra cui don Pasquale Rosano, direttore dell’Istituto di Scienze religiose, Roque Pugliese, presidente della Federazione delle comunità ebraiche del Mediterraneo di Calabria e Sicilia, e Achille Solano, archeologo e storico nicoterese, che ha relazionato sulla presenza di una comunità ebraica in città, nonché lo stesso don Francesco Vardè, docente di Bioetica e dottrine sociali della chiesa. L’incontro, mirato alla crescita religiosa, morale e civile dell’intera comunità, s’è tenuto nel salone della cattedrale. Dopo il saluto introduttivo rivolto ai presenti da parte di don La Rosa, i lavori, coordinati da Giovanni Bianco, sono entrati subito nel vivo ed hanno avuto per tema il comandamento “Non uccidere”. Un argomento impegnativo attorno al quale sono ruotati gli interventi dei relatori che non hanno, tra l’altro, mancato di esaltare il valore del dialogo tra ebrei e cristiani, dialogo inteso come via d’uscita, come elemento chiave non solo a livello religioso, ma anche a livello comunitario. E tutto questo soprattutto nel momento in cui la collettività è costretta ad assistere a fatti di sangue e atti criminosi che offendono la dignità collettiva generando grande preoccupazione tra la gente. Un contesto delicato, una situazione allarmante dalla quale si può uscire solo attraverso l’impegno comune di istituzioni religiose e Stato. <La Chiesa è sempre in prima linea – ha affermato don Francesco Vardè – nella promozione della cultura della vita e respinge ogni logica di violenza e di odio in ogni circostanza e con ogni mezzo e nelle comunità cristiane si offrono gli strumenti per la diffusione e condivisione dei grandi valori della Fede>. Un impegno questo di sicuro rilievo che anche in città <nonostante la difficile e delicata situazione socio-politica e la mancanza quasi totale di altre realtà di impegno sociale – aggiunge l’arciprete don Vardè – vede sacerdoti, suore e fedeli laici volontari impegnati a tutto campo e specialmente nel delicato compito educativo delle giovani generazioni>. In tale direzione si muove anche il Centro giovanile – oratorio D. Staropoli, fiore all’occhiello di tutta la Città, attraverso l’accoglienza e formazione di tanti ragazzi e giovani, in un contesto fortemente contraddistinto da molteplici criticità>. L’obiettivo è quello di <educarli – conclude don Francesco Vardè – al rifiuto della delinquenza, dei soldi facili, della droga e di tutto ciò che potrebbe compromettere il loro futuro e i loro sogni di autentica realizzazione umana e cristiana>.
19gennaio
DIALOGO TRA CATTOLICI ED EBREI. La Chiesa in prima linea nella promozione della cultura della vita
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