Da anni protestano per il mancato funzionamento dell’impianto di riscaldamento. Al freddo erano e al freddo sono. Si sentono declassati rispetto alle scuole del capoluogo provinciale e a quelle dei centri di periferia. E pure rispetto ai vicini di casa del liceo classico “Bruno Vinci” perchè <noi siamo – dicono in coro – delle bestie senza anima e senza diritti>. Dopo tanto attendere senza risultati, ora minacciano lo sciopero ad oltranza, l’occupazione del Comune e della Provincia. La ragione sembra davvero stare dalla loro parte. Nella mattinata di ieri, rientrando dalle vacanze, hanno trovato l’istituto ancora senza impianto di riscaldamento in funzione.
Al suono della campanella hanno prima pensato di tornarsene a casa, poi, anche su sollecitazione della vice preside Domenica Rodolico, sono entrati in classe con l’obiettivo di riunirsi in assemblea per valutare la situazione e organizzare la protesta. Alla fine, hanno chiesto che il comitato studentesco, composto dai rappresentanti di tutte le classi, potesse incontrare la stampa. Di fronte al taccuino del cronista il loro forte disappunto s’è tramutato in un’analisi fortemente critica della situazione dell’istituto. Hanno puntato il dito contro tutto e tutti. A loro fianco tanto il personale docente che Ata. Tutti compatti per ribadire che se entro questa settimana non saranno risolti almeno i problemi più urgenti (fornitura gasolio, sostituzione vetri rotti, bagni) il malcontento sfocerà in manifestazioni a tutto campo sino al ripristino della vivibilità in istituto.
<Da anni – afferma Demetrio Putortì, uno degli studenti più vivaci del comitato studentesco – ci prendono in giro promettendo il funzionamento dell’impianto di riscaldamento senza mai realizzarlo. E noi – aggiunge – siamo qui al freddo, facciamo lezione col cappotto addosso. Queste sono condizioni inaccettabili>. La denuncia dei disagi s’allarga ben presto a 360°. <Non è solo questione di riscaldamento – afferma Giuseppe Valerioti, studente del Triennio – In istituto ci sono fili scoperti dappertutto, finestre senza vetri, palestra con intonaci cadenti e senza attrezzi, un solo bagno funzionante per i maschi. Stamattina in una classe, chiudendo la porta, è venuta giù una finestra dissaldatasi>. Solo questi i “guai”? No, c’è dell’altro. <Abbiamo anche problemi con i pullman – spiega Silvio Albano, alunno proveniente da San Ferdinando – La mattina non arrivano mai in orario e il susseguirsi dei ritardi finerà col pesare sulla valutazione intermedia e finale. Lunedì e sabato – prosegue – usciamo alle 14 e per gli studenti che devono andare fuori Nicotera non c’è più il pullman. Sono costretti a tornare a casa con l’intervento dei genitori oppure facendo l’autostop>. Un malcontento diffuso e che fatica a trovare sfogo anche perchè <non abbiamo neppure un’aula magna per riunirci – dice Alfonso Cuturello, studente del Triennio – L’assemblea siamo costretti a farla nei corridoi>.
Un contributo all’azione di denuncia delle carenze dell’istituto lo offre anche l’alunna Domenica Macrì. < Abbiamo difficoltà anche con i laboratori – dice – Quello di fisica è sprovvisto di ogni cosa e soprattutto è ubicato in un locale non idoneo. Sebbene siano queste le condizioni in cui ci troviamo – continua – noi abbiamo fatto sempre lezione, anche stando in piedi quando non c’erano né sedie né banchi. Ora, però, diciamo basta. Vogliamo studiare e le istituzioni ci devono mettere nelle condizioni di poterlo fare>. Non sono di parere diverso neppure i docenti. <Abbiamo difficoltà – asseriscono all’unisono i proff. Domenica Rodolico, Domenico La Malfa, Katy Capria, Francesco Albino, Fortunata Pagano e Annunziato Armentaro – a svolgere le lezioni normalmente. Freddo e umidità sono insopportabili. Agli alunni non può essere di certo rimproverata la mancanza di volontà>.
In sintonia con gli insegnanti anche il personale Ata. <Non si può lavorare in queste condizioni – ribadisce Ferdinando Comerci parlando anche a nome dei colleghi – La volontà non basta a sopportare oltre. Molti di noi sono alle prese con malanni frequenti. Chi può faccia qualcosa>. Non sa a che santo votarsi neppure il dirigente scolastico Antonino Fiumara. <Le proteste dei ragazzi sono sacrosante – sottolinea – Stamattina mi sono nuovamente attivato sia telefonicamente che per iscritto. Ho richiesto l’allaccio degli impianti alla rete del metano e la costruzione della scala di sicurezza al liceo classico. Pare che i lavori stiano per essere appaltati>.