Un autunno caldo. La problematica sanitaria e la crisi della giunta comunale di Nicotera hanno fatto uscire dal torpore la cittadinanza. E mentre la piazza si rianima e si tuffa nell’organizzazione di iniziative mirate a dare un’adeguata copertura sanitaria all’intero comprensorio, nei corridoi di palazzo Convento, sede del Municipio, il silenzio la fa da padrone. Il sindaco Salvatore Reggio, chiuso nella sua stanza, medita il da farsi. La sua barca resta in navigazione, ma il mare ormai s’è increspato sotto il soffiar del vento della contestazione esplosa all’interno della sua lista, peraltro l’unica esistente nel consiglio comunale.
I nodi sono arrivati al pettine. Scioglierli non è semplice. Avendo annunciato, con una lettera fatta recapitare ai consiglieri comunali, che è necessario coinvolgere nuove energie nell’attività gestionale, tutti s’aspettano di sapere chi subentrerà agli assessori Domenico Valerioti e Gianluca Zamparelli indicati “vittime” del rimpasto. Il primo cittadino, peraltro, si ritrova sotto il tiro tanto del gruppo “Uniti per Nicotera”, che dei due assessori in odore d’esclusione. C’è di più. A seguito della lettera d’addebito ricevuta, l’assessore Zamparelli ha spontaneamente rinunciato alla delega dimettendosi. Non ha fatto la stessa cosa l’assessore Valerioti che, rispondendo al sindaco, ha concluso la sua lettera asserendo di sentirsi nelle condizioni di poter tranquillamente continuare ad espletare il ruolo a suo tempo assegnatogli da Reggio. Una bella gatta da pelare che ingarbuglia ancor di più la matassa e mette il primo cittadino nelle condizioni di allungare la sua pausa di riflessione.
Se il gruppo “Uniti per Nicotera”, del quale fanno parte gli assessori Zamparelli e Valerioti, dovesse mantenere la sua compattezza non c’è dubbio che il sindaco non potrebbe più sguazzare nell’abbondanza dei numeri. Lo dimostra la riunione dell’ ultimo consiglio comunale che, assenti tutti i dissidenti, ha preso il via tre ore dopo l’ora della convocazione per mancanza del numero legale. La prudenza, quindi, è d’obbligo e non è escluso che lo stesso Valerioti possa rimanere al suo posto.